Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
C’è una nuova frangia che non è proprio una frangia ma è il taglio dell’estate
Il 2019 verrà ricordato come l’anno del ritorno della frangia (ne avevamo scritto qui). La novità è che la frangia si è trasformata nel corso dei mesi: se d’inverno era corta e folta, adesso è cresciuta e ha quasi smesso di essere una frangia. Non sono poche le influencer che la sfoggiano su Instagram: il look è costituito da due ciocche drittissime, tagliate di netto, che scendono ai lati del viso e si fermano più o meno all’altezza del labbro superiore. Su The Cut Erica Smith le definisce «leggermente snervanti»: secondo lei hanno qualcosa a che fare col mullet, l’acconciatura anni Ottanta corta davanti, sopra e sui lati e lunga dietro. Due tagli molto diversi, ma ugualmente caratterizzati da una certa “bruttezza”.
Sempre più donne stanno richiedendo la nuova frangia nei loro saloni di fiducia. Interrogata sulla questione, la stylist Dylan Chavles, specializzata in “tagli brutti”, ha espresso tutto il suo entusiasmo: «Mi piace molto provare a ricreare orrendi tagli di capelli che mi ero fatto da solo quando avevo 6 anni. Penso che ci sia qualcosa di potente nel ricreare ad arte quel momento in cui uno si guarda allo specchio e dice “Oh merda, questa è stata un’idea orribile”. A ispirarmi di più sono sicuramente le persone e i bambini che si tagliano i capelli da soli». Insomma, la nuova frangia è proprio il tipo di taglio che un parrucchiere non dovrebbe mai fare: rigido, grafico e impietoso, sta male quasi a tutte, che forse è proprio il motivo per cui piace.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.