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I momenti più memorabili degli Emmy 2019

«Strange, sometimes funny, occasionally miraculous». È così che il New York Magazine commenta la 71esima edizione degli Emmy Awards, i premi più importanti della tv che, privi come l’ultima cerimonia degli Oscar di un conduttore («ricordiamo che anche il Titanic era senza conduttore», ha detto Stephen Colbert esprimendo la propria disapprovazione), si sono svolti tra sketch imbarazzanti, discorsi lacrimevoli e momenti degni di essere ricordati.

«Trovo che scrivere sia davvero difficile e doloroso, e lo faccio per questa statuetta!», è uno di quelli. Così Phoebe Waller-Bridge, l’autrice e interprete britannica di Fleabag, serie tratta da un monologo teatrale dell’attrice (ne parlavamo qui), mentre ritirava il premio per la miglior serie commedy. Il fenomeno di culto made in England trasmesso su Amazon prime Video (e Bbc Three), si è inoltre aggiudicato il premio per la miglior sceneggiatura; per la regia (nella figura di Harry Bradbeer che con «sei entrata nella mia vita come un energy drink», aveva già vinto); e per l’attrice protagonista in una commedy (ancora la rivelazione Phoebe Waller-Bridge). «There is justice in the world!», commenta il Nym, per una cerimonia che si riprende dopo qualche attimo di impasse: è il caso del tentativo da parte di Ken Jeong, il fu Mr. Ciao, di arruolare l’intero pubblico per realizzare una clip di TikTok e del discorso di circostanza del cast di Game of Thrones per l’ennesima e ultima vittoria.

Lo show Hbo sulle insidie di Westeros ha infatti trionfato per l’ultima volta, congedandosi dal pubblico come aveva fatto Breaking Bad nel 2015 con il titolo di miglior serie drammatica per la stagione finale, l’ottava. Lo show tratto dai romanzi di George R. Martin (almeno fino al sesto), si è dovuto accontentare di appena due statuette, tra cui quella a Peter Dinklage come miglior attore non protagonista; rimanendo, comunque, la produzione televisiva più premiata nella storia degli Emmy. Sempre nella categoria Drama, tra i momenti migliori della serata secondo Nym è stata la premiazione di Jesse Armstrong per la migliore sceneggiatura di Succession; la statuetta a sorpresa a Julia Garner di Ozark come miglior attrice non protagonista; e quella a Billy Porter di Pose come miglior attore drammatico.

Tra qualche previsione (Chernobyl è la miglior miniserie dell’anno) e la commozione per il discorso di Michelle Williams (miglior attrice protagonista per Fosse/Verdon) sulle pari opportunità, la cerimonia sembra aver sancito, più degli altri anni, la non secondarietà, rispetto al cinema, della telvisione. «Che ci porta ancora in posti lontani», ha detto Bryan Cranston sul palco. «Che non è mai stata più grande e importante di ora».