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Praticamente tutti dicono che il film di Breaking Bad è un disastro

Sin dall’annuncio dello scorso agosto, ogni fan di Breaking Bad, una delle serie più amate e premiate degli ultimi dieci anni, ha atteso il film di Vince Gilligan, El Camino, con trepidazione. Eppure, la pellicola che fa da epilogo alla serie con Bryan Cranston nei panni del professore di chimica che cucina metanfetamina, non ha incontrato l’opinione favorevole della critica. Anzi.

Il film, che dall’11 ottobre è disponibile su Netflix, doveva raccontare, sei anni dopo la conclusione della serie, il destino dell’unico sopravvissuto alla resa dei conti tra Walter White e la gang di Todd. «Nonostante l’interpretazione perfetta di Aaron Paul, non è altro che una serie di contenuti che non necessitavano di essere realizzati», ha scritto Liz Shannon Miller su The Verge. Il problema per Miller è che «L’episodio finale della serie è stato talmente bello che nessun sequel avrebbe potuto rendergli giustizia. Inoltre la sceneggiatura di Gilligan non fa alcuno sforzo per ricordare agli spettatori cosa è successo prima dei fatti narrati in El Camino», tanto che anche per un esperto della prima ora è necessario leggere un riassunto online per rinfrescare la memoria.

Concorda su questo punto anche Emma Dibdin su Esquire: «[È un film, nda] impossibile apprezzare senza aver ripassato quanto accaduto in precedenza. Si tratta solo di un regalo ai fan della serie». «Avevamo davvero bisogno di un nuovo capitolo di Breaking Bad?», si chiede invece Hugh Montgomery sulla Bbc, facendo anche notare come la nostra cultura televisiva sia “troppo” invasa da anti-eroi. Ma non è l’unico problema. «El Camino sembra solo una speculazione. Una scelta interessante sarebbe stata quella di concentrarsi sulla moglie di Walter White, Skyler», e invece Gilligan ha optato per la storia più ovvia. Riprende da dove avevamo lasciato tutto, con Jesse Pinkman che cerca di sfuggire alla polizia in cerca di una nuova vita in Alaska, «ma ciò che otteniamo è solo un thriller senza brivido e senza nessun approfondimento sul personaggio», continua il critico.

Paul MacInnes sul Guardian lo definisce «Un episodio, più che un film, che nonostante una struttura interessante, si risolve in due ore di camei con i personaggi che i fan hanno amato». Per Daniel D’Addario di Variety «El Camino arriva dopo un capolinea, che prova a completare ciò che aveva già avuto un fine», mentre James Poniewozik sul New York Times scrive: «El Camino ti ricorda, in ogni scena, quanto Breaking Bad fosse magnifico, e quanto il nuovo film invece non lo sia».