Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

La morte di Gorbaciov, le alluvioni in Pakistan, Berlusconi alla conquista di TikTok e le altre notizie della settimana.

Personaggi –  Good Bye, Gorba!
Martedì 30 agosto, a 91 anni, è morto Mikhail Gorbaciov. È stato l’ultimo segretario del Pcus e leader dell’Unione Sovietica, il primo politico russo a fare pubblicità per Pizza Hut e Louis Vuitton, uno dei pochi a schierarsi contro Vladimir Putin e la sua operazione militare speciale in Ucraina. I media occidentali lo hanno salutato come uno dei grandi protagonisti del Novecento, in Russia il commiato è stato molto più tiepido: Putin ha deciso che i funerali di Stato non si faranno e di non partecipare nemmeno alla cerimonia privata, prevista per oggi.

Esteri – Deep water
Il Ministro degli esteri pakistano Bilawal Bhutto Zardari ha definito le alluvioni che da metà giugno hanno letteralmente sommerso il Paese «una catastrofe di proporzioni bibliche». Un terzo del territorio pakistano è ormai coperto dall’acqua, ci sono più di mille morti, tremila feriti e trentatré milioni di persone hanno sofferto le conseguenze della stagione monsonica più piovosa che si ricordi. Di fronte alla devastazione, Bhutto Zardari ha detto che l’unica cosa che si può fare è sperare che questa non sia «la nuova realtà» portata dalla crisi climatica.

Gossip – Non ho l’età
Tre anni fa diventò virale sui social un geniale grafico pubblicato sul thread Reddit #dataisbeautiful: metteva in relazione tutte le relazioni di Leo DiCaprio (48 anni a novembre), dimostrando come l’attore si rifiutasse di restare fidanzato con donne di più di 25 anni. La rottura con Camila Morrone, ora venticinquenne, conferma la teoria. Sulle riviste di gossip si parla già di una nuova relazione, con la modella ucraina Maria Beregova, anni 22. Goditi questi 3 anni di relazione, Maria.

Cinema – Travolti da un’insolita Cate Blanchett
La 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia apre con Rumore bianco di Noah Baumbach, ma sui social non si parla solo dei film: «Thank you», esclama adorante Mattia Carzaniga, presentatore Rai, giornalista cinematografico di Rolling Stone (e prima ancora, ci teniamo a sottolinearlo, firma di Rivista Studio), dopo che l’attrice, sbagliando direzione e ravvedendosi all’ultimo istante, lo travolge sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia. La scena diventa subito un meme, con tutti che si immedesimano con quel “grazie”: quando ti ricapita di sentire qualcuno che ti viene addosso e scoprire che si tratta di una floreale Cate Blanchett in Schiaparelli Couture?

Esteri – Roulette argentina
Ancora non si sa se il colpo della pistola che la vicepresidente argentina Cristina Fernández de Kirchner si è vista puntare addosso giovedì notte non sia partito perché l’attentatore non ha premuto il grilletto o se si sia trattato di pura e semplice fortuna. Fatto sta che la politica si è trovata una pistola in pieno viso mentre rientrava da un processo in cui è indagata per corruzione: l’uomo è stato immediatamente arrestato e l’attentato, a pochi mesi di distanza dalla morte di Shinzo Abe, è stato sventato.

Social – Real Politiktok
Tra gli obblighi delle campagne elettorali c’è quello di occupare tutti gli spazi comunicativi a disposizione, anche quelli più lontani ed estranei ai candidati. Quindi questa è stata la settimana in cui la politica ha scoperto TikTok e la Generazione Z ha così scoperto Silvio Berlusconi, che di tutti i leader politici arrivati in questi giorni sulla piattaforma (Calenda, Renzi, Sgarbi, Salvini che ritorna e ci riprova) è stato premiato con il maggior numero di interazioni e condivisioni. Forse comincia così l’ennesima rimonta elettorale della sua carriera politica?

Twitter – La guerra del bottone
Era delle funzioni più richieste dagli utenti e finalmente potrebbe avverarsi: parliamo del tasto “modifica” su Twitter, che permetterà di editare i refusi lasciati nei tweet che ci hanno perseguitati in tutti questi anni. Nelle prossime settimane potranno utilizzare la nuova funzione, in prova, solo gli utenti iscritti a Twitter Blue in Australia, Canada, Nuova Zelanda e Stati Uniti: non si sa ancora se il tasto “edit” verrà esteso a tutti gli altri, ma intanto già c’è chi fa notare che potrebbe far aumentare la disinformazione sull’app, che è già dilagante.