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22:18 mercoledì 3 dicembre 2025
L’ansia da Spotify Wrapped è talmente grave che migliaia di persone hanno creduto a una bufala su una versione modificabile disponibile a pagamento Evidentemente, quella di scoprire di avere dei brutti gusti musicali scorrendo il proprio Wrapped è una paura più diffusa di quanto ci si immagini.
Jafar Panahi ha detto che dopo gli Oscar tornerà in Iran e andrà di nuovo in carcere Mentre era a New York per una premiazione, ha scoperto di essere stato condannato a un anno di carcere per «attività di propaganda».
Secondo Cahiers du Cinéma il film dell’anno è un documentario su un torero peruviano Un film che, per la redazione di Cahiers, è meglio anche di Una battaglia dopo l'altra di Paul Thomas Anderson, secondo in classifica.
La pagina Wikipedia più letta nel 2025 è stata quella di Charlie Kirk Con 45 milioni di visualizzazioni, la pagina dedicata a Kirk ha superato quelle di Trump, del Papa, di Musk, di Mamdani e pure di Superman.
Il nuovo trend di TikTok sono i video anti immigrazione generati con l’AI Milioni di visualizzazioni per video apertamente razzisti e chiaramente falsi che incolpano i migranti di crimini che non sono mai avvenuti.
In Cina le persone stanno andando a vedere Zootropolis 2 insieme ai loro cani e gatti Alcuni cinema cinesi hanno organizzato proiezioni pet friendly per vedere il film Disney con i propri animali domestici.
Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.

Tutti gli imputati nel caso Pelicot sono stati condannati

19 Dicembre 2024

Giovedì 19 dicembre sono state pronunciate le condanne nel processo a Dominique Pelicot e ad altri 50 uomini, accusati di aver violentato la moglie dell’imputato principale, Gisèle Pelicot, mentre era sedata e incosciente. Dominique somministrava di nascosto i sedativi alla moglie e organizzava gli stupri contattanto uomini online mentre Gisèle era incosciente. Tutti e 51 gli imputati sono stati dichiarati colpevoli. Dominique Pelicot è stato condannato a 20 anni di reclusione per stupro aggravato, come chiesto dall’accusa.

Non tutti gli altri accusati sono stati condannati alla pena richiesta dall’accusa. Jean-Pierre Maréchal, uno dei pochi che si è dichiarato colpevole, è stato condannato a 12 anni di reclusione, contro i 17 richiesti. Charly Arbo, uno dei più giovani, che ha violentato Gisèle Pelicot in 6 diverse occasioni e che aveva soltanto 22 anni la prima volta, passerà 13 anni in carcere. Un solo accusato ha evitato la condanna per stupro, ma ha ricevuto quella per aggressione sessuale.

Il caso Pelicot è indubbiamente uno dei più sconvolgenti casi di violenza di sempre. Dominique Pelicot, sposato con Gisèle, per 50 anni ha somministrava di nascosto alla moglie dei farmaci per sedarla e consentire a decine di uomini contattati online di entrare in casa e violentarla in ogni modo mentre era in uno stato di incoscienza. In queste settimane di processo, Gisèle Pelicot, che oggi ha 71 anni e che è stata violentata a sua insaputa per un decennio, è diventata un simbolo di dignità, resistenza, coraggio. Nella sua prima, storica testimonianza, ha detto: «Lo stupratore non è qualcuno incontrato un parcheggio a tarda notte. Uno stupratore può essere anche in famiglia, tra i nostri amici». Ancora, un passaggio che è stato molto ripreso: «Voglio che tutte le donne vittime di stupro – non solo quando sono state drogate, lo stupro esiste a tutti i livelli – dicano: la signora Pelicot l’ha fatto, possiamo farlo anche noi. Quando vieni stuprata provi vergogna, e non spetta a noi provare vergogna, spetta a loro». Altre dichiarazioni di Gisèle Pelicot sono qui.

Dei 50 uomini ai quali, per anni, Dominique Pelicot ha “offerto” il corpo inerme e indifeso della moglie, soltanto 18 si sono dichiarati colpevoli. Molti si sono difesi dicendo che pensavano che Gisèle fosse solo un po’ addormentata, ma cosciente. Eppure nei video che sono stati trasmessi in aula dal 2 settembre in poi (Gisèle ha accettato che tutti vedessero le riprese delle violenze che il marito stesso faceva) si vedevano questi uomini rovesciare il corpo senza sensi della donna per continuare a violentarlo. I giornali francesi hanno chiamato tutti questi uomini con un’espressione particolare: “Monsieur Tout-le-monde” (ne scriviamo in modo più approfondito qui). “Monsieur Tout-le-monde” serve a spiegare un fatto fondamentale in questa storia tremenda, un fatto che la stessa Pelicot ha spiegato nella sua testimonianza al tribunale di Avignone: non esiste un identikit dello stupratore.

«Sono bassi, alti, tarchiati, snelli, sempre rasati, barbuti, calvi, con la coda di cavallo. Quattordici sono disoccupati, trentasei hanno lavori che attraversano tutto lo spettro del proletariato e della classe media della provincia francese: camionisti, falegnami, impiegati, una guardia carceraria, un infermiere, un tecnico informatico che lavorava per una banca, un giornalista di una testata locale. L’età va dai 27 ai 74 anni. Due terzi sono padri. Il 40 per cento di loro ha precedenti penali, diversi per violenza domestica, due per stupro. Ci sono pochi denominatori comuni: diciotto sono dipendenti da alcol o droghe, ma gli altri no. Circa una dozzina di loro afferma di essere stata vittima di abusi di natura sessuale da bambini», hanno scritto Catherine Porter e Ségolène Le Stradic sul New York Times.

Come scrive il New York Times, molti uomini accusati si erano portati una borsa, perché sapevano che dal tribunale sarebbero stati portati direttamente in carcere. Alcuni, tuttavia, hanno già scontato la pena, e torneranno liberi.

Foto di Clement Mahoudeau/AFP via Getty Images

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