Il merchandise di lusso, le piattaforme streaming di nicchia, le sale d'essai e i film vecchi in lingua originale: l'industria cinematografica è in pericolo e in suo soccorso devono accorrere gli snob.
Il quarto capitolo della saga è in cima alla classifica dei film più visti su Netflix: capita raramente, ma stavolta l'operazione nostalgia funziona.
Cominciata un secolo fa con la diaspora italiana, ha attraversato Il padrino e I Soprano, e con The Bear è arrivata al suo apice.
Le elezioni europee hanno confermato il "melonismo" come una tendenza che tutte le destre cercano di seguire. Tanto che pure i leader di questa parte politica, da Abascal a Orbán e adesso anche Le Pen, riconoscono ormai il primato italiano.
Questa campagna elettorale resterà probabilmente nella storia come il momento in cui ci siamo accorti che il confine tra politica e meme ormai non esiste più.
Dopo la prima a Cannes è arrivato nelle sale Furiosa: A Mad Max Saga, il sequel del film con il quale quasi dieci anni fa George Miller ha cambiato la storia degli action movies.
Con Megalopolis, il suo nuovo (e forse ultimo) film, vuole ridicolizzare l'industria cinematografica e dimostrare che non c'è forza più grande della volontà di un regista. Nemmeno a Hollywood.
Intervista a Raffaele Petrini e Alessandro Tavola, fondatori della casa di distribuzione che in questi giorni ha riportato in sala L'odio di Kassovitz e che sta facendo riscoprire i classici a una nuova generazione di spettatori.
Parole, pensieri, opere e missioni di Massimiliano Minnocci, noto al pubblico e alle autorità come il Brasiliano, mostro venuto dai social.
Uscito nel 1999 e tornato in libreria quest'anno, il romanzo di Filippo Tuena è un racconto della Resistenza come ribellione personale, come istinto di sopravvivenza che andava oltre ideologie e partiti.
La morte di Max Azzarello, datosi fuoco a New York per protestare contro «il colpo di Stato fascista organizzato da Biden e Trump», ha riacceso il dibattito sull'altra pandemia che ci ha travolto in questi anni: quella complottista.
Il suo nuovo film, appena arrivato nelle sale italiane, è una sfida a tutte le certezze americane, a tutte le sicurezze dell'Occidente.
È l'adattamento di una popolarissima saga di videogiochi, e a realizzarne l'adattamento è stato Jonathan Nolan, il fratello di Christopher. Arriva su Amazon Prime Video l'11 aprile: le aspettative sono altissime.
Gli incassi di Cortellesi hanno salvato il cinema italiano e il successo prosegue anche con l'arrivo in tv e in streaming. Ma il film rimane la prova della nostra grande passione per la retorica, il passatismo e la semplificazione.
Se non fosse stato per le scritte "Siete insetti" che hanno scatenato panico e indignazione nelle stazioni ferroviarie italiane, la serie sarebbe stata soltanto l'ennesimo, costosissimo, tentativo fallito di Netflix di costruire un franchise.
A due settimane dagli Oscar, il regista è ancora al centro delle polemiche. Il modo in cui le sue parole sono state fraintese e manipolate non riguarda solo lui, ma è un problema che tocca il modo in cui discutiamo le questioni fondamentali di questa epoca.