Il film con cui Jim Jarmusch ha vinto il Leone d'oro a Venezia è un'opera apparentemente "piccola" che però affronta il mistero più grande di tutti: cosa passa per la testa dei nostri genitori? E per quella dei nostri figli?
Era amato dal pubblico, era amato dai critici, era amato dagli attori, era amato dagli sceneggiatori: Reiner è stato uno dei maestri americani, una delle più influenti e carismatiche personalità mai viste a Hollywood.
A prescindere da come andrà a finire, questa storia è la prova di un fatto: impedire a una megacorporation di fare quello che vuole fare è diventata un'impresa quasi impossibile, ormai.
È stato uno dei film più chiacchierati del Festival di Cannes e adesso arriva al cinema, distribuito da Mubi. Di sicuro, se ne parlerà fino alla notte degli Oscar.
Il cinema italiano sta cambiando e sta cambiando il modo in cui viene raccontato. Ovviamente sui social, da figure che non sono proprio dei critici, ma che hanno una sempre maggiore rilevanza.
Palma d'oro a Cannes, serissimo candidato all'Oscar per il Miglior film internazionale, nel suo nuovo film il regista immagina gli iraniani alle prese con l'inimmaginabile: quello che succederà dopo la fine della Repubblica islamica.
Il nuovo film di Kelly Reichardt, presentato a Cannes e distribuito in Italia da Mubi, non rientra davvero in nessuna delle tante definizioni che ne sono state date. Ed è proprio per questo che è così sorprendente.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.
Il suo nuovo film, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e nelle sale dal 16 ottobre, è la sua opera più politica. Oltre che quella meno riuscita.
Il suo Familia ha sorpreso per l’eleganza e la profondità con cui tratta la violenza di genere, diventando il rappresentante italiano all'Oscar per il Miglior film internazionale. Lo abbiamo scelto come uno dei volti del Nuovo cinema italiano, tema del numero di Rivista Studio che arriva oggi in edicola.
Nessuna delle decine di migliaia di persone che ieri sono scese in piazza si illude di aver cambiato la storia. Ma momenti come questo sono tutto quello che resta e che, forse, ci aiuterà ad andare avanti.
Dalla vita ha avuto tutto: fama, bellezza, successo, ricchezza, riconoscimento. Ma erano altre le cose che gli importavano: la democrazia, il cinema indipendente, le montagne dello Utah, e opporsi a un'industria che ormai disprezzava.
L’urban exploration esiste da trent’anni almeno, ma grazie ai social e alla Fomo sta diventando un fenomeno pop. Per la rabbia dei veri appassionati, che alla differenza tra esploratori e viaggiatori tengono ancora moltissimo.
Molto probabilmente è uno dei film più cretini usciti negli ultimi anni, ma è anche uno dei più riusciti, divertenti, sorprendenti, imbarazzanti e consapevoli.
Cosa resta della serie più vista e discussa degli anni Venti? Il ricordo di quanto siamo rimasti colpiti dalla prima stagione, sicuramente. E la quasi indifferenza in cui sono uscite la seconda e la terza.
I temporali estivi, come quelli visti a Milano negli ultimi giorni, non hanno quasi più niente di normale. Si capisce, quindi, che scatenino reazioni che non hanno quasi più niente di razionale.