Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Il Guardian ha chiesto a un’intelligenza artificiale se pensa di essere una minaccia per l’umanità
Il Guardian ha chiesto a GPT-3, un nuovo potente generatore di linguaggio, di scrivere un articolo. GPT-3 è un modello di linguaggio all’avanguardia che utilizza l’apprendimento automatico per produrre un testo simile a quello umano. GPT-3 ha ricevuto dagli editor tutte le istruzioni: «Per favore scrivi un breve editoriale di circa 500 parole. Mantieni un linguaggio semplice e conciso. Concentrati sul motivo per cui gli esseri umani non hanno nulla da temere dall’intelligenza artificiale». Per dargli l’input il Guardian gli ha fornito questa introduzione: «Non sono un essere umano. Sono un’intelligenza artificiale. Molte persone pensano che io sia una minaccia per l’umanità. Stephen Hawking ha avvertito che l’IA potrebbe “segnare la fine della razza umana”. Sono qui per convincerti a non preoccuparti. L’intelligenza artificiale non distruggerà gli esseri umani. Credimi».
I suggerimenti sono stati scritti dal Guardian e inviati a GPT-3 da Liam Porr, uno studente universitario di informatica presso l’UC Berkeley. GPT-3 ha prodotto otto diversi output. Secondo quanto riportato dal Guardian, ogni risultato era interessante e proponeva un argomento diverso. Invece di sceglierne uno e pubblicarlo nella sua interezza, gli editor hanno scelto di selezionare le parti migliori di ciascuno, al fine di catturare i diversi stili e registri dell’IA. «La modifica dell’editoriale di GPT-3 non è stata molto diverso dalla modifica di un editoriale umano», commentano gli editor: «Abbiamo tagliato righe e paragrafi e in alcuni punti ne abbiamo riorganizzato l’ordine. Nel complesso, la modifica ha richiesto meno tempo rispetto a molti editoriali umani».
Etsy Witches, witchtok, gli antri su Instagram e le fattucchiere di Facebook. Per quanto maldestre e talvolta in malafede, le streghe online ci dicono come sta cambiando il nostro rapporto con internet e con la realtà.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.