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Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.

In America neri, latini e asiatici sono più esposti al Coronavirus

07 Aprile 2020

«I neri, al 46 percento, e i latini, al 39 per cento, hanno circa il doppio delle probabilità di contrarre il COVID-19 rispetto ai bianchi». È quanto spiega Ibram X. Kendi, professore all’American University e direttore del Centro di ricerca americano anti razzismo, all’Atlantic. Durante le scorse settimane, l’esperto ha infatti richiesto a numerosi laboratori tra tutti gli stati americani di iniziare a riferire i dati demografici delle persone sottoposte a test, delle persone infette, ospedalizzate e uccise dal Coronavirus. «Quando esamino le informazioni che mi arrivano a livello demografico, mi sembra palese che in America la pandemia stia colpendo prevalentemente le persone non bianche», continua l’esperto, spiegando come una simile disparità sia relativa ad alcune specifiche situazioni: la prima, quella dello svolgimento di lavori con scarse tutele e scarse condizioni igieniche, specie per chi si trova in America senza documentazione.

Dai dati emerge infatti che nel Michigan, ad esempio, i neri americani rappresentano il 14,1 per cento della popolazione dello stato, nonché il 40 per cento dei decessi per Coronavirus. Nella contea di Washtenaw, poi, il 48 per cento dei residenti ricoverati in ospedale con il Coronavirus sono neri, sebbene i neri costituiscano solo l’11 per cento della popolazione nella contea. Dal censimento diffuso dal New York Times il primo aprile, «si evince che i neri, i latini e gli asiatici siano le persone a essere infettate e a morire più facilmente per la pandemia. Tra le ipotesi più plausibili, il fatto che molti di loro potrebbero essere immigrati privi di documenti, che stanno ancora cercando di prendere le distanze dal grande virus della xenofobia diffusa dal trumpismo vivendo ai margini della società, in condizioni precarie. E dal nuovo virus, quello del COVID-19, non si riescono a proteggere», aggiunge. Perché abbandonare i loro lavori e rimanere a casa potrebbe significare perdere tutto, essere espulsi. Rivolgersi a un ospedale per curarsi, senza documentazione, anche.

Si consideri inoltre che «nessun gruppo di americani potrebbe essere più vulnerabile al COVID-19 dei carcerati e dei senzatetto. E circa il 40 per cento delle persone che vivono senza fissa dimora appartiene alle cosiddette minoranze etniche, così come il 56 per cento della popolazione carceraria». Nessuno comunque può dirsi al sicuro dal virus, conclude Kendi. «Se i neri sono probabilmente i più vulnerabili al Coronavirus nella maggior parte delle città, tra le tendopoli dei senzatetto e le carceri, i bianchi sono probabilmente i più vulnerabili nelle case di cura, in cui quasi quattro persone su cinque sono bianche. È un discorso che ci tocca tutti, senza distinzioni».

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