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L’Eliseo è stato costretto a smentire il fatto che Macron stesse tirando cocaina con Merz e Starmer Fake news diffusa su Telegram anche dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
Grazie alla serie Netflix sono ripartite le ricerche sulla famiglia di Héctor G. Oesterheld, il desaparecido autore dell’Eternauta I suoi nipoti, scomparsi 50 anni fa, potrebbero essere ancora vivi, hanno rivelato due associazioni.
Il litigio tra Elio Germano e il ministro Giuli non finisce più Va avanti ormai da quasi una settimana, dal giorno dei David di Donatello, e nessuno dei due sembra avere intenzione di arrendersi.
Blues Brothers avrà un sequel ma invece di un film sarà un fumetto Il primo tassello di quello che dovrebbe diventare un intero universo narrativo dedicato ai Blues Brothers.
Sul sito Steve Albini’s Closet si possono comprare tutti gli oggetti della collezione privata di Steve Albini Ogni venerdì, fino alla fine del 2025, verranno messi in vendita vinili rari, libri strani, magliette vintage, CD, cassette, singoli, fanzine, opere d’arte e chicche varie.
È stata appena lanciata Watermelon+, una piattaforma streaming dedicata al cinema palestinese Tanti dei migliori film palestinesi prodotti negli ultimi anni, quasi mai arrivati nelle sale italiane, adesso disponibili in streaming.
Pope Crave ha dato la notizia della fumata bianca prima di Vatican News L'account di meme ha dato l'Habemus Papam con ben quattro minuti di anticipo rispetto al profilo ufficiale del Vaticano.
È Papa da neanche 24 ore ma Leone XIV è già riuscito a far arrabbiare i trumpiani Perché in passato ha espresso delle cattolicissime opinioni sull'immigrazione, ma soprattutto perché ha osato criticare JD Vance.

Make Sinistra Great Again

La sinistra che ha fatto del "tanto peggio, tanto meglio" la sua bandiera è diventata un appoggio per Trump e gli altri populisti. Come è potuto succedere?

di Studio
31 Gennaio 2017

Stefano Fassina, in un tweet pubblicato lo scorso weekend, ha scritto: «Centrosinistra, Ulivo, area progressista sono categorie del paleolitico. Ripartire da patriottismo costituzionale per superare €». Qualunque cosa intenda il fondatore di Sinistra Italiana con la definizione di «patriottismo costituzionale», la sua relativamente recente presa di posizione anti-euro si innesta in un filone contemporaneo di discorsi più ampi, sintetizzabili in una serie di domande: perché una certa sinistra, cosiddetta radicale, finisce per avere sempre più temi e parole d’ordine in comune con la destra sovranista e populista? E per quale motivo quest’area politica è in larga parte allergica alla definizione di «centrosinistra», cioè alla sua incarnazione più liberal, riformista e pragmatica? E cosa significa, questo, nelle evoluzioni del panorama internazionale?

Il “Muslim ban” di Donald Trump ha raccolto, in queste ore, critiche di ogni ambito e provenienza. Le reazioni, tra le altre, hanno visto anche il rifiuto del regista iraniano Ashgar Farhadi di partecipare alla notte degli Oscar, e una petizione online per impedire una visita ufficiale di The Donald nel Regno Unito. In molti alla fine si sono accorti che il prossimo quadriennio della Casa Bianca non sarà una passeggiata, e tra questi ultimi ci sono anche alcuni ravveduti, persone che – per ragioni diverse – durante l’anno scorso avevano attivamente sostenuto un’equiparazione tra l’allora candidato repubblicano e Hillary Clinton.

Donald Trump Is Sworn In As 45th President Of The United States

«Penso a quegli intellettuali radicali che non hanno votato Hillary perché non vedono la differenza coi repubblicani. Ora la vedete?», ha twittato il commentatore politico Francesco Cundari. Il primo e istintivo riferimento è l’attrice Susan Sarandon, che durante il 2016 ha definito sia Trump che Clinton «inaffidabili», rimarcando in diverse occasioni che la prospettiva di una presidenza del miliardario non era «abbastanza» per convincerla a votare democratico. Come lei, in molti hanno più o meno direttamente accolto il verbo trumpiano – prendendolo «seriamente, ma non alla lettera» come da definizione dell’Atlantic – per protestare contro la direzione e le scelte della propria parte politica. In questo modo, col più paradigmatico dei “voti di protesta”, hanno contribuito a far eleggere un demagogo come Trump, contro le cui prime direttive ora, nella maggior parte dei casi, stanno nuovamente protestando. A meno che l’intenzione non fosse creare un circolo vizioso della protesta, la strategia può dirsi fallita appieno.

Oltre a una sinistra che ha paradossalmente accettato la nuova cornice di valori dei populisti e di certi conservatori (il Fassina No Euro appunto, modello Varoufakis; ma anche Bersani che rispolvera il protezionismo, Corbyn nel suo rapporto controverso con la Brexit, Podemos, nel suo generico attacco all’establishment, tra gli altri), esiste anche una sinistra che la destra finisce per favorirla facendo del “tanto peggio, tanto meglio” la propria bandiera, o comunque facendo una pericolosa equivalenza tra riformisti e reazionari. Ma siamo sicuri che per una qualunque persona di sinistra vivere in un’America governata da Clinton o in un’Italia governata da Renzi sia la stessa cosa di vivere sotto Trump o con Grillo al potere? La sovrapposizione riguarda la definizione di un nemico comune: la globalizzazione, le élite di ogni ordine e grado, a volte il politicamente corretto. Questi due processi, anche quando non si sovrappongono, contribuiscono a lastricare le strade che rafforzano il populismo e i miti della regressione.

Cosa fa in modo che una persona di sinistra venga lusingata dai demagoghi?

Ma cosa fa in modo che una persona “di sinistra” venga lusingata dalle sirene del ritorno a un piccolo mondo antico? Forse il problema va ricercato in un modello di sinistra fuori dal tempo, la cui mancanza genera cortocircuiti. Un sintomo di questo pensiero è ciò che Nicola Lagioia scriveva en passant qualche giorno fa su Internazionale, «il discorso della sinistra è troppo privo di forza trasformativa per essere davvero di sinistra, almeno per come siamo abituati a concepirla dalla seconda metà dell’Ottocento» (una sinistra pro-globalizzazione non può essere intesa come «trasformativa», sembra essere la tesi dell’autore). O anche l’atteggiamento a rivalutare in negativo, a giudicare l’esistente sempre non abbastanza; quello che si può leggere in un articolo recente uscito su Jacobin a firma Keeanga-Yamahtta Taylor: «La presidenza Obama non è stata un dono per i neri. Ha rappresentato la continuità dolorosa di razzismo, discriminazione e disuguaglianze che sono sempre state al centro della vita dei neri in America».

Il risultato finale è che si prende per buona la posizione di Slavoj Zizek, secondo cui «magari le politiche di Trump non saranno così male», perché magari, tolto il razzismo, le idee para-fasciste, il vilipendio dei media e del multiculturalismo, il tycoon sarà la scheggia impazzita in grado di conficcarsi in un sistema che non ci rappresenta più come vorremmo, come accadeva una volta. In un senso ben preciso, per alcuni, Trump era genuinamente più “di sinistra” di casa Clinton. In realtà, il mondo non funziona in questo modo, e soprattutto non funzionano così i sistemi politici, dove le schegge non sono quasi mai abbastanza impazzite da portare incidentalmente avanti agende politiche di segno opposto. E, come lo stesso Bernie Sanders, abile agitatore di idee e oltranzismi, si è trovato a dover gridare nel microfono della convention di Filadelfia a un pubblico che protestava, ancora, per il suo endorsement pro-Clinton, «this is the real world that we live in».

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