Hype ↓
15:47 sabato 3 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Raccontare la realtà e vivere di racconti

Le cose che ci siamo detti a Studio in Triennale: nei talk dedicati all'intrattenimento ci siamo chiesti perché ci piacciono così tanto le storie vere, e perché vorremmo tutti raccontare storie (anche se è sempre più difficile farne un mestiere).

27 Novembre 2014

Non solo tecnologia, politica, moda e arte: a Studio in Triennale si è parlato anche di intrattenimento – e, soprattutto, dei processi creativi che esso richiede. Nel corso della tre giorni, gli incontri dedicati al tema sono stati due. Venerdì sera abbiamo trattato del “racconto della realtà” al cinema, in Tv e nei libri – insomma, del perché ci piacciono così tanto le storie vere e del complesso rapporto tra fiction e non fiction – con Aldo Grasso, il critico televisivo del Corriere della Sera, con il produttore Lorenzo Mieli (fondatore della società Wildeside), con lo scrittore Cristiano de Majo (il cui ultimo libro, Guarigione, è infatti un quasi-romanzo nonfiction), con l’editor Mondadori Francesco Anzelmo e con Niccolò Contessa, cantautore meglio noto come “I Cani” e redattore di Nuovi Argomenti. Domenica sera invece abbiamo chiuso il festival con una riflessione semiseria sul futuro della classe creativa: che fine hanno fatto i mestieri che molti sognavano di fare da piccoli? Se lo sono chiesti l’attore e conduttore Francesco Mandelli e la critica televisiva Stefania Carini, mentre il conduttore di Tiki Taka Pierluigi Pardo era in collegamento Skype, il direttore di Link – idee per la televisione Fabio Guarnaccia ha presentato un breve documentario sulla nascita di Telemilano 58, che avrebbe posto le basi per le reti Mediaset, e lo scrittore Michele Masneri ha letto un articolo autobiografico sulla sua vita da freelance.

Partiamo dal panel di venerdì. Sebbene la fascinazione della televisione per la realtà sia tutt’altro che nuova, ha fatto notare Aldo Grasso, è cambiato radicalmente il modo di raccontarla, con un’attenzione particolare alla struttura della narrazione che è iniziato con un’opera assolutamente di fiction: Twin Peaks. Attualmente in televisione c’è uno scontro tra fiction e realtà, ha aggiunto Lorenzo Mieli, che ha portato come esempi lampanti i successi di Game of Thrones da un lato e dei documentari brevi dall’altro. Francesco Anzelmo e Cristiano de Majo si sono soffermati entrambi sulla distinzione tra nonfiction letteraria e saggistica (o racconto giornalistico), sul come il primo genere sia in ascesa, mentre il secondo sia in crisi e sul come tutto questo dipenda anche dall’innalzamento della soglia dell’incredulità nel pubblico: le storie inventate convincono sempre meno; il pubblico ha fame di realtà ma contemporaneamente nutre molti dubbi sulla possibilità di rappresentare la realtà in modo oggettivo (come vorrebbe la saggistica), mentre avverte sempre più l’esigenza del racconto della realtà da parte di testimoni che si mettono in gioco, con tutta la loro parzialità, da cui la popolarità dei romanzi non-fiction, dei memoir, dei documentari. «Viviamo un livello di narrativizzazione della nostra vita mostruoso: il nostro livello di credulità è minimo e dunque, per funzionare, la fiction deve essere costruita benissimo», ha fatto notare de Majo. «Non crediamo nella possibilità di cambiare la realtà e anche per questo ci fidiamo poco di chi ha la pretesa di raccontarla in modo oggettivo, in compenso avvertiamo il bisogno di testimoni», ha spiegato Anzelmo. Partendo dalla sua esperienza di cantautore, Niccolò Contessa ha chiuso il discorso con una nota di scetticismo: è vero, c’è fame di realtà e il successo del rap rispetto alla forma cantautorale ne è la dimostrazione. Però il rischio è che che il racconto della realtà si trasformi in una convenzione, lontana da essa: «È possibile raccontare qualcosa prima che diventi il racconto di se stessa?»

Posto che raccontare storie è da sempre una delle attività più ambite, come se la passa oggi chi ha deciso di farne un mestiere? Non tanto bene, ha ironizzato Stefania Carini, aprendo l’ultimo panel del festival, domenica sera: «Mia madre mi dice sempre che, come giornalista, si sarebbe aspettata che guadagnassi di più». Dello stesso avviso Francesco Mandelli: «Quando ho iniziato su Mtv non c’erano problemi di audience e si cresceva. Se avessi 18 anni oggi non farei questo lavoro». Che ha aggiunto che, anche per chi ha raggiunto il successo, divertirsi e reinventarsi di continuo resta fondamentale: «con I Soliti Idioti ci siamo detti di rinnovarci prima di diventare ripetitivi. Vedrete presto il risultato». Eppure questo è un momento buono per la creatività televisiva, ha aggiunto Fabio Guarnaccia: «Ci sono pochi soldi ma molti canali e idee». Michele Masneri ha chiuso la discussione con la lettura di un articolo tragicomico sulla dura vita dei freelance, ovvero «la fascia alta dei morti di fame», uscito su Il Foglio il 10 novembre scorso.

Fotografie: Studio fotografico Lops

Articoli Suggeriti
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Leggi anche ↓
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Le scorie del dibattito sul nucleare italiano

Tra ministri dalle idee non chiarissime, popolari pagine Facebook e cartoni animati virali su YouTube, la discussione sull'atomo in Italia è una delle più surreali degli ultimi anni.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.