Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Ricomprare il proprio sito a 1/850 del prezzo di vendita


Michael Birch nel 2005 fondò con la moglie Xochi un social network, poi lanciato in pompa magna nel luglio di quell’anno, che doveva essere la risposta britannica a MySpace: il suo nome era Bebo.
Bebo ebbe un discreto successo, specie fra i teenager, tanto che nel 2007 contava più di 45 milioni di utenti registrati e un traffico che lo rendeva il sesto sito più popolare nel Regno Unito, davanti a colossi come Amazon, BBC e AOL. Proprio quest’ultima l’anno seguente decise di acquistare il social network di Birch per la cifra di 850 milion di dollari (circa 650 milioni di euro), convinta che l’investimento avrebbe garantito ritorni economici più che convincenti.
In realtà, da allora Bebo è quasi scomparso, è stato raramente aggiornato per tenere testa ai nuovi social (come si può notare dando un’occhiata alla sua assai spartana home page) e ha fatto segnare una diaspora mai terminata di utenti, diretti perlopiù verso i lidi di Facebook.
Oggi, Michael Birch annuncia su Twitter di aver ricomprato la sua creazione per la cifra di un milione di dollari. «Possiamo reinventarlo davvero? Chi lo sa, ma sarà divertente provarci».
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Nell’immagine: uno screenshot del sito ideato da Michael Birch

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.