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03:23 giovedì 15 maggio 2025
Uno studio ha dimostrato che gli uomini sono molto più inquinanti delle donne Perché mangiano più carne rossa e usano di più le automobili.
Il tributo a David Lynch è stato il momento più toccante della cerimonia d’apertura di Cannes Soprattutto grazie a "Confession", bellissima canzone a lui dedicata dall'amica Mylène Farmer.
La cerimonia d’apertura di Cannes si è conclusa con Quentin Tarantino che è impazzito Prima si è messo a urlare, poi si è esibito in un plateale mic drop.
Per la prima volta nella storia dell’Eurovision, in finale ci saranno tre canzoni in italiano A Lucio Corsi e la sua "Volevo essere un duro" si sono uniti Gabry Ponte con "Tutta l'Italia" e Tommy Cash con "Espresso macchiato".
Milano ha respinto il convegno sulla remigrazione organizzato dall’estrema destra Era in programma il 17 maggio ma a causa delle proteste gli organizzatori sono stati costretti ad annullare e remigrare altrove.
Anche quest’anno all’Eurovision sta succedendo un casino attorno alla cantante israeliana Proteste, denunce, tentativi di boicottaggio, minacce, fischi veri e registrati: per Yuval Raphael l'Eurovision è iniziato così.
Cosa ha detto il primo testimone sentito nel processo contro Diddy Il rapper è accusato, tra le altre cose, di sfruttamento della prostituzione in un processo appena iniziato a New York.
Gérard Depardieu è stato condannato per violenza sessuale Diciotto mesi, con pensa sospesa, per violenze ai danni di due donne durante le riprese del film Les Volets Verts, nel 2021.

Amish Gone Wild

Dai mormoni ai nomadi, quando la tv tenta di raccontare le minoranze. Il caso degli Breaking Amish, tra regole infrante e tradizioni da rispettare.

29 Aprile 2013

Ogni nazione ha la sua nicchia non esplorata, la sua comunità non accessibile a un cittadino qualsiasi; la distanza culturale tra noi e loro è immensa, ci viene detto, e la parola d’ordine è segreto. A volte misterioso.

Ogni nazione realizzerà quindi una gamma di programmi televisivi su quella comunità, programmi destinati a essere mandati in onda tutti insieme nell’arco di un anno, e il piatto forte sarà sempre uno dei seguenti due: la morale sessuale della cultura in esame, specie se scende in campo il concetto di “tentazione”, e i relativi eccessi non dichiarati.

In Inghilterra è toccato ai traveller, i nomadi o semi-nomadi di origine irlandese, protagonisti di Il mio grosso grasso matrimonio Gipsy – argomento locale, grosso successo globale. (In Italia lo danno tuttora su Real Time). Gli Stati Uniti hanno creato programmi-fotocopia, indagando sulla loro, di comunità zingara. Ma stavano già sfruttando i Mormoni, trattati in chiave fiction da Big Love e poi da semi-documentari alla Sister Wives, quasi sempre impegnati a spiegare agli spettatori i lati “curiosi” e “simpatici” del loro buffo mondo, come la poligamia e la biancheria intima spessa tre dita. Su altri lati della tradizione – ad esempio, giurare di tagliarsi la gola se accusati di aver tradito la Chiesa, mimando il taglio della gola – veniva calato il sipario. L’importante, lì, era capire chi dorme in camera con chi quando arriva la notte.

Esaurito il pozzo dei Mormoni bonaccioni, il passo successivo era inevitabile: gli Amish.

Per chi insegue il feticcio della purezza, gli Amish in molti sensi rappresentano il livello finale: vivono appartati, in piccole comunità agricole, tendono a sposarsi giovani e a mettere su famiglia, indossano gli stessi abiti che indossavano i loro bis-bis-bisnonni, mandano i figli a scuola fino alla terza media (poi basta, altrimenti rischiano di mettere in discussione la Bibbia), a casa non hanno l’elettricità, non vanno in giro in automobile, e non peccano mai. Ma proprio mai. Sugli affari di cuore delle loro donne, come riportato dalla Los Angeles Review of Books, vengono scritti pudicissimi romanzi rosa, consumati da lettrici cristiane evangeliche, ma anche dalle consorelle delle protagoniste, che pare non li prendano troppo sul serio: le modelle sulle copertine portano «abiti caratteristici», ma… al contrario.

Sulla scala della purezza, insomma, una donna certificata 100% Amish vale trenta dischi di Taylor Swift.

Da qui derivano due rituali della misteriosa cultura Amish, raccontati con grande enfasi: primo, il rumspringa, il breve, leggendario periodo dove per un adolescente “vale tutto”; secondo, lo shunning, la scomunica.

Il rispetto ossessivo di questa purezza, però, deriva da un aspetto del codice Amish non sempre raccontato: il mondo al di fuori della comunità appartiene al Diavolo. Tutto quanto. Ogni oggetto o comportamento nuovo, diverso, è una tentazione fatale, e se tu cadi in tentazione Dio può benissimo non perdonarti. (Oppure alla fine ti perdona, ma solo se ritiene che tu abbia espiato abbastanza.) Da qui derivano due rituali della misteriosa cultura Amish che vengono – loro sì – raccontati con grande enfasi: primo, il rumspringa, il breve, leggendario periodo dove per un adolescente “vale tutto”, stando a certe testimonianze, e sia maschi sia femmine sarebbero liberi di sperimentare l’Inferno oltre la porta di casa, per poi prendere posto nella comunità con maggiore consapevolezza dei propri doveri; secondo, lo shunning, la scomunica, che colpisce chi si macchia di un’offesa considerata eccessiva.

Entrambi questi rituali tornano utilissimi all’obiettivo finale di certe storie: la purezza deve andare in frantumi, o almeno risultare pesantemente compromessa.

Il modo più rapido di ottenere una storia simile è il mettere personaggi “puri” all’interno di situazioni sexy-comiche e vedere cosa succede; creare la possibilità di un Jersey Shore con crisi spirituale compresa nel prezzo. Per cui, nel reality show Breaking Amish, si prendono quattro giovani Amish e una Mennonita (i cugini progressisti degli Amish), e li si fa vivere nello stesso albergo, a New York: risultato, 10 episodi garantiti di ventenni che fumano, bevono, comprano minigonne (femmine), chiamano le ragazze “zoccole” (maschi), e incrociando le dita ci scappa un po’ di sesso pre-matrimoniale. Gran finale, un addio al celibato ad Atlantic City, con tanto di spogliarellista vestita da poliziotta e bambole gonfiabili regalate ai futuri sposi.

Di base, è quello per cui si moriva in un film dell’orrore anni Ottanta. Trasgressioni antiche, alla portata di chiunque, dove lo shock, al limite, sta negli occhi di chi guarda. E nelle video-interviste girate dopo, con i protagonisti che si rimettono i costumi tradizionali per spiegarci fino a quale punto sono andati oltre, e quanto certamente saranno shunned quando torneranno a casa.

Certo, si può arrivare allo stesso prodotto tramite la strada opposta: indagare dall’interno su quella misteriosa e segreta cultura, per dimostrare che la sua morale media è molto più traballante di quanto vorrebbero far credere gli anziani della Chiesa. Amish Mafia, su Discovery Channel, postula l’esistenza di Amish risolvi-problemi, mezzi criminali delegati dalla comunità a fare il lavoro sporco – raccogliere debiti non saldati, spaccare vetri a sassate, organizzare feste per i ragazzini locali; in generale, assicurare ai confratelli una forma di protezione supplementare, anche se la loro presenza è negata in via ufficiale. (Uno di questi scagnozzi devoti alla Bibbia ha le pistole tatuate sulla schiena, una combinazione che non vedevo mostrata con tale insistenza dai tempi di The Boondock Saints.) La versione più blanda dello stesso stato di cose è Amish: Out of Order, un documentario a puntate di National Geographic che cerca di raccontare com’è la vita di un teenager Amish dopo che lui/lei taglia la corda. Perciò a trionfare è il desiderio di «farsi una vita nuova», magari aiutando altri correligionari a scappare, aspettandoli in macchina a fari spenti subito oltre il confine della comunità. In cambio si ottengono piaceri di piccolo cabotaggio: birre, sigarette, bikini, bowling il martedì sera. E i diretti interessati commentano, a casa, noi, queste cose le facevamo, ma di nascosto. Così è molto meglio. Questo è successo anche in Breaking Amish, quando i protagonisti, spacciati per ingenui quasi assoluti allo sbaraglio nel mondo moderno, hanno ammesso di avere già tutti portato costumi da bagno e maneggiato cellulari nel corso degli anni, perché gli strappi alle regole sarebbero in realtà assolutamente abituali (e perdonati); uno di loro – Jeremiah, la risposta Amish a The Situation – se ne era andato di casa già tre volte, venendo sempre riaccolto dai genitori.

Possiamo mettere in dubbio la verità di certi racconti, ma un fatto rimane: gli Amish sono una misteriosa cultura segreta nonostante trent’anni di film, libri e TV dedicati a loro. Come se l’apparente resistenza a tecnologia e hot pants fosse abbastanza da farli tornare una novità integrale, una volta ogni cinque anni.

Per chi volesse informarsi, parecchi ex Amish curano blog dedicati al «mettere le cose a posto», correggere i pregiudizi più frequenti. Il rumspringa, ad esempio, non sarebbe una tradizione accessibile a tutti, mentre per essere banditi basterebbero infrazioni minime, e ai ribelli la vita verrebbe resa talmente sgradevole che sarebbero loro ad andarsene per primi, in modo da anticipare una scomunica inevitabile. Allo stesso tempo, però, esistono documentari (facili da recuperare) che offrono un quadro ancora più truce degli stessi riti di passaggio: tra i ragazzi Amish seguiti in Devil’s Playground, le conseguenze principali del gestire il rapporto con la propria purezza erano l’alcolismo e lo spaccio di metanfetamina.

Immagine: particolare di una casa tradizionale amish costruita nell’Ottocento, via.

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