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12:47 domenica 6 luglio 2025
C’è un nuovo problema con l’Odissea di Nolan: l’accento americano degli attori Nel primo teaser del film Tom Holland e gli altri attori utilizzano una marcata cadenza americana, particolare che ha indispettito molti fan.
Le acque del mar Mediterraneo ormai sono così calde che nelle mappe satellitari appaiono arancioni L’agenzia spaziale europea ha pubblicato delle mappe impressionanti in cui si vede che in certe zone la temperatura dell'acqua arriva quasi a 30 gradi.
La Grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino, aprirà la Mostra del cinema di Venezia Protagonisti Toni Servillo e Anna Ferzetti, il film sarà in concorso e punterà a vincere il Leone d'Oro.
È morto Michael Madsen, uno degli ultimi cattivi di Hollywood Stroncato da un infarto a 67 anni, è ricordato dal pubblico soprattutto per i cattivi interpretati nell’universo tarantiniano.
Andrea Bajani ha vinto il Premio Strega 2025 con L’anniversario Feltrinelli torna alla vittoria 20 anni dopo l'ultima volta.
La Bbc non ha voluto trasmettere un documentario sui crimini dell’Idf contro i medici di Gaza Documentario che la stessa Bbc aveva commissionato. Si intitola Gaza: Doctors Under Attack e alla fine è andato in onda su Channel 4, tra le polemiche.
Per vincere le elezioni adesso Marine Le Pen punta sull’aria condizionata per tutti Una proposta che ha acceso il dibattito politico, in uno dei Paesi, la Francia, meno climatizzati d'Europa.
Luca Guadagnino sta cercando delle comparse molto specifiche per il misterioso film che girerà quest’estate in Piemonte Se avete la carnagione molto chiara o siete amanti di videogiochi, potrebbe essere la grande occasione per esordire al cinema.

Le notifiche del telefono fanno male e adesso c’è anche una ricerca che lo dimostra

Si chiama alert fatigue e tante persone hanno già deciso come affrontarla: disattivando tutte le notifiche, sempre.

20 Giugno 2025

Disattivare tutte le notifiche riguardanti le breaking news per poter tirare il fiato. Da cosa? Si chiama alert fatigue, ovvero l’affaticamento causato dal venire continuamente infastiditi da alert riguardanti ciò che succede nel mondo. Stavolta gli utenti sembrano aver messo a fuoco il problema ancor prima dei principali colpevoli del fenomeno: le grandi testate giornalistiche. Un’approfondita ricerca condotta in 28 nazioni dal Reuters Institute for the Study of Journalism conferma quanto si sospettava da tempo: che gran parte degli utenti disattiva le notifiche di Google e Apple News perché sopraffatto dal numero di alert giornalieri. Il 79 per cento di quanti attivano le notifiche sui due principali aggregatori di notizie, infatti, le disattiva poco tempo dopo. 

I motivi sono riassumibili con un affaticamento mentale dovuto alle continue interruzioni alla propria attività quotidiana date dai ping delle notifiche (a quelle delle news vanno aggiunte tutte le altre, tantissime, che arrivano ormai in continuazione da qualsiasi app). Il Guardian riporta anche i dati riguardanti il numero medio di notifiche che le singole testate mandano ai proprio lettori, che è cresciuto moltissimo nel tempo. Lo scopo delle stesse sarebbe quello di avvisare gli utenti istantaneamente solo per notizie di reale importanza e urgenza, ma nell’ultimo decennio gli alert settimanali sono cresciuti dal 6 per cento al 23 per cento negli Stati Uniti, con percentuali simili in tutto il Vecchio continente. 

Il settore dell’informazione viene così sempre più spesso zittito e scacciato dallo spazio più ambito da tutti i media: la schermata di blocco degli smartphone. Dato che è il primo spazio che vediamo quando afferriamo il cellulare, anche senza sbloccarlo, tutti vogliono apparirvi con i propri alert; dai social media alle app d’intrattenimento, fino ai fornitori di servizi. Trovare un equilibrio tra rimanere aggiornati e vedere la propria quotidianità costantemente interrotta da un flusso di notizie che può avere anche un forte impatto emotivo, specie considerando l’attuale situazione internazionale, sembra quasi una battaglia impossibile. Tanto che molti utenti ricorrono alla soluzione più drastica, disinstallando del tutto gli aggregatori di notizie.

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