Gli incassi di Cortellesi hanno salvato il cinema italiano e il successo prosegue anche con l'arrivo in tv e in streaming. Ma il film rimane la prova della nostra grande passione per la retorica, il passatismo e la semplificazione.
C’è ancora domani di Paola Cortellesi sta andando benissimo anche in Cina
Uscito soltanto tre giorni fa, il film è già arrivato al quarto posto del box office cinese.

Un giorno riusciremo a spiegarci il successo di C’è ancora domani di Paola Cortellesi. Del successo al botteghino italiano abbiamo parlato per settimane, di quello in Francia pure, adesso si aggiunge anche quello in Cina. Arrivate nelle sale cinesi sabato 8 marzo, in tre giorni di programmazione il film è già arrivato al quarto posto del botteghino cinese (un box office molto, molto competitivo, come dimostra la storia di Ne Zha 2, che abbiamo raccontato qui): lo hanno visto 45.375 spettatori, per un incasso di due milioni e mezzo di euro. In pochissimo tempo, dunque, la Cina è diventata il Paese in cui il film è stato visto di più, dopo, appunto, Italia e Francia.
Distribuito in Cina grazie all’Istituto italiano di cultura di Pechino, C’è ancora domani sta riscuotendo un notevole successo non solo di pubblico ma anche di critica. Su Douban, equivalente cinese di Letterboxd, il film è stato recensito benissimo: al momento ha un punteggio medio di 9.4 su 10. Sabato 8 marzo il film è stato presentato all’Emperor Cinema di Pechino, in sala a raccontare il film c’erano Paola Cortellesi, la sceneggiatrice Giulia Calenda e lo sceneggiatore Furio Andreotti, l’ambasciatore italiano in Cina Massimo Ambrosetti e il direttore dell’Istituto italiano di cultura Federico Antonelli.

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.