Hype ↓
06:16 giovedì 19 giugno 2025
Netflix trasmetterà in streaming TF1, il canale televisivo più seguito in Francia È il primo accordo di questo tipo firmato dalla piattaforma streaming. Non sarà l'ultimo, visti i recenti cambiamenti nella politica aziendale di Netflix.
Nel Regno Unito c’è la moda di andare a farsi le punturine di filler nei bagni pubblici Sempre più persone prendono appuntamento via social per un ritocchino low cost nelle toilette pubbliche, con rischi enormi per la salute.
Nanni Moretti ha raccontato i primi dettagli del suo prossimo film Si intitolerà Succederà questa notte, sarà un adattamento di una raccolta di racconti di Eshkol Nevo e i protagonisti saranno Jasmine Trinca e Louis Garrel.
A causa del caldo (e dell’overtourism), in futuro ferie e chiusure aziendali potrebbero essere spostate in primavera Sta già succedendo, in realtà: chi può parte quando le temperature sono ancora sopportabili, i luoghi meno affollati e i prezzi più accessibili.
È uscito il trailer di Portobello, la serie tv sul caso Tortora e la prima produzione italiana di Hbo Diretta da Marco Bellocchio e con protagonista Fabrizio Gifuni, è già uno dei titoli italiani più attesi del 2026.
Già nel 1986, in un’intervista della Rai, Netanyahu mostrava di essere un estremista Fa impressione vedere le risposte date dall'allora 38enne Netanyahu a Giovanni Minoli nel famoso programma Mixer.
A quanto pare Papa Leone XIV è imparentato con un sacco di celebrity Lo ha rivelato un'inchiesta del New York Times: tra i cugini alla lontana ci sono Madonna, Angelina Jolie, Justin Bieber, Justin Trudeau e pure Hillary Clinton.
Per i palestinesi che vivono in Israele non ci sono bunker antiaerei in cui cercare rifugio Non ci sono perché non sono stati costruiti: con i bombardamenti iraniani i civili non hanno via di scampo.

Disappearing Shanghai

Un libro fotografico di un "fotografo per hobby" cattura e racconta i volti e i vicoli di una Shangai senza grattacieli, una città in via di estinzione.

16 Novembre 2012

Non sono mai stato a Shanghai, né tantomeno ci ho vissuto, nemmeno credo mi piacerebbe ed eppure ugualmente la penso spesso. Sebbene abbia visto molte foto della città davvero non saprei cosa aspettarmi da lei e anche per questo me ne sento attratto un momento e la rigetto quello successivo. Per un verso è “il posto in cui essere” per via della crescita economica e culturale, del catalogo di opportunità etc. Per un altro la dimensione titanica e “post-ragionevole” – per i miei standard quantomeno – delle sue trasformazioni molto semplicemente scoraggia la mia voglia di visitarla o magari un giorno di provare addirittura a viverci. È un’incertezza che dovrò presto risolvere perché esiste, finché resiste, una porzione di Shanghai di cui a breve non resterà traccia e che ci terrei a conoscere. È la parte che Howard Waring French, un giornalista di professione – a lungo corrispondente da Shanghai per il New York Times – e fotografo per hobby, ha preservato per i posteri in Disappearing Shanghai, un libro di fotografia bello per molte ragioni.

La principale è il suo valore documentale: come dicevo poco sopra, Disappearing Shanghai potrebbe essere una delle ultime testimonianze visive della sopravvivenza di un mondo rurale e “a misura d’uomo” nella megalopoli cinese, pochi anni, forse addirittura soltanto pochi mesi, prima della sua sparizione sotto i colpi di un impulso edilizio che non rallenta neanche di fronte al patrimonio artistico e storico della città (sul numero 10, tuttora in edicola, di Studio trovate un articolo che tratta in parte di questi temi). Per ottenere le sue fotografie French si è infatti infilato con passo da flâneur tra i cuscinetti di abitato più antichi e tradizionali della città, il che non necessariamente equivale a “periferici”, anzi più spesso si tratta di cinture di caseggiati sopravvissute tra un super-grattacielo e l’altro. Per cinque anni ha fatto avanti e indietro tra il suo ufficio da corrispondente del Times in una delle zone più avveniristiche di Shanghai e questo mondo parallelo come un pellegrino in due galassie contigue. Lo ha fatto, così dice, principalmente per impratichire il suo cinese imparando slang e frasi idiomatiche a contatto con la lingua informale dei mercati, dei bar, dei chioschi e in questo modo è diventato un volto familiare in quelle zone dove gli occidentali sono tuttora delle rarità.

Dopo qualche tempo, French, che alla fotografia si dedica per hobby, ha cominciato a farsi accompagnare durante questi tour esplorativi dalla sua foto-camera e a socializzare sempre più con gli abitanti del luogo fino a diventare un buon conoscente di alcuni. E che le foto siano frutto di una paziente frequentazione andata avanti per anni dei luoghi e dei soggetti, del resto lo si evince con molta chiarezza dalle immagini stesse, che hanno poco in comune con il foto-giornalismo in senso classico e assomigliano più a degli appunti visivi presi dal loro autore per non dimenticare un volto, un angolo di città, un chiosco, l’interno di una casa in cui è stato ospitato per un buon té durante una delle sue passeggiate. Non accade mai nulla di topico: tutto è molto semplice e il tempo sembra trascorrere in modo lento ed estremamente privato. La maggior parte delle foto comunica un grado di intimità con il loro contenuto che è incompatibile con le dinamiche e le tempistiche di un reportage professionale realizzato ad hoc in pochi mesi, e per questo ci mostra un’immagine “interna” di Shanghai che pare giocare a prendersi gioco degli stereotipi sulla modernità della città. In effetti è solo prestando molta attenzione ad alcuni piccoli particolari che in certi casi è possibile ricostruire la corretta collocazione temporale di queste immagini. Dove siamo? Negli anni ’60? ’50? Ah no ecco… quelle scarpe non possono essere state prodotte prima del 2000.

Come molti scatti di August Sander, le immagini di French sembrano più interessate a preservare nostalgicamente la memoria di un luogo, a tramandare il suo spirito, a funzionare da documenti per i posteri che a denunciare pretestuosamente che questo mondo sta sparendo e forse è proprio per questo che, tra molti altri lavori sulla radicale trasformazione del panorama urbano cinese, nella loro estrema semplicità queste foto spiccano per originalità. Non c’è politica, non c’è antropologia, non c’è studio, c’è solo un uomo, delle passeggiate e una macchina fotografica. Ovviamente non è mai proprio così ma è così che voglio vederla.

«I sometimes feel it is wrong to mourn this fact, for after all, what is history? What are cities — that most fantastic achievement of mankind — if not engines of ceaseless change? Another Shanghai is rising up fast and one day it will disappear too, won’t it? Not, of course, before throwing up its own portraitists, its own poets, its own bards» (Howard W. French)

Articoli Suggeriti
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

Leggi anche ↓
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Odessa ex città aperta

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.

Assediati dai tassisti

Cronaca tragicomica di come non sia possibile sfuggire alla categoria più temuta e detestata del Paese.