Hype ↓
16:58 venerdì 4 luglio 2025
C’è un nuovo problema con l’Odissea di Nolan: l’accento americano degli attori Nel primo teaser del film Tom Holland e gli altri attori utilizzano una marcata cadenza americana, particolare che ha indispettito molti fan.
Le acque del mar Mediterraneo ormai sono così calde che nelle mappe satellitari appaiono arancioni L’agenzia spaziale europea ha pubblicato delle mappe impressionanti in cui si vede che in certe zone la temperatura dell'acqua arriva quasi a 30 gradi.
La Grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino, aprirà la Mostra del cinema di Venezia Protagonisti Toni Servillo e Anna Ferzetti, il film sarà in concorso e punterà a vincere il Leone d'Oro.
È morto Michael Madsen, uno degli ultimi cattivi di Hollywood Stroncato da un infarto a 67 anni, è ricordato dal pubblico soprattutto per i cattivi interpretati nell’universo tarantiniano.
Andrea Bajani ha vinto il Premio Strega 2025 con L’anniversario Feltrinelli torna alla vittoria 20 anni dopo l'ultima volta.
La Bbc non ha voluto trasmettere un documentario sui crimini dell’Idf contro i medici di Gaza Documentario che la stessa Bbc aveva commissionato. Si intitola Gaza: Doctors Under Attack e alla fine è andato in onda su Channel 4, tra le polemiche.
Per vincere le elezioni adesso Marine Le Pen punta sull’aria condizionata per tutti Una proposta che ha acceso il dibattito politico, in uno dei Paesi, la Francia, meno climatizzati d'Europa.
Luca Guadagnino sta cercando delle comparse molto specifiche per il misterioso film che girerà quest’estate in Piemonte Se avete la carnagione molto chiara o siete amanti di videogiochi, potrebbe essere la grande occasione per esordire al cinema.

Jesse Armstrong ha raccontato sul Guardian le origini di Succession

30 Maggio 2023

«Il mio primo vivido ricordo del progetto che sarebbe poi diventato Succession è stato il tentativo di uscirne. Era circa il 2008 ed ero sul posto per le riprese di Peep Show, la sitcom britannica che il mio partner di scrittura di lunga data Sam Bain e io abbiamo scritto insieme. Tra quello spettacolo e il mio lavoro su The Thick of It e In the Loop, e un sacco di altre cose, mi sentivo troppo impegnato. Quel particolare giorno stavamo fingendo che un campo molto normale nell’Hertfordshire fosse un parco safari. Sono sceso dal set e, nascondendomi da leoni immaginari, ho cercato di allontanarmi elegantemente dal progetto»: così comincia l’articolo firmato da Jesse Armstrong e pubblicato sul Guardian in cui, in occasione del gran finale della serie (di cui parliamo qui) lo sceneggiatore racconta la genesi della serie più amata degli ultimi anni.

Il tentativo di allontanarsi dal progetto fallì miseramente. Amstrong si mise quindi senza troppo entusiasmo a lavorarci, «molto lentamente». L’idea iniziale era di realizzare un “finto documentario” che avrebbe «mostrato direttamente alla telecamera i segreti aziendali di Rupert Murdoch», ma mentre lo scriveva si rendeva conto che la sceneggiatura era «un disastro: pesante e strana». Piano piano il finto documentario si è evoluto in una specie di spettacolo televisivo, ambientato alla festa per l’ottantesimo compleanno del proprietario dei media. Channel 4 era pronto a sostenere il tutto, racconta Amstrong, ma il progetto continuava a essere uno strano mix tra docudrama e serie televisiva che sembrava molto molto difficile da realizzare. «Intorno al 2011, dopo una lettura a Londra in cui John Hurt interpretava Rupert, il progetto è morto», ricorda l’autore.

Se dobbiamo ringraziare qualcuno per l’esistenza delle quattro meravigliose stagioni che si sono appena concluse, quella persona è l’agente americano di Jesse Amstrong, «la prima persona che ricordo aver suggerito un approccio totalmente diverso. Una famiglia immaginaria, uno spettacolo statunitense con più stagioni. Per circa cinque anni ho respinto l’idea, certo che il ritratto di una famiglia immaginaria non avrebbe mai avuto il potere di una famiglia reale». Amstrong cita le quattro opere che gli hanno fatto cambiare idea: il documentario su Robert Durst della Hbo, The Jinx, la cupa autobiografia incentrata sul business di Sumner Redstone, A Passion to Win, DisneyWar di James B. Stewart; la biografia di Robert Maxwell di Tom Bower Maxwell: The Final Verdict. Quattro esempi che hanno trasformato completamente il suo punto di vista: l’idea di costruire una serie senza attingere dalla storia di una famiglia realmente esistente non era più un terribile tradimento della realtà, come aveva sempre pensato, ma poteva diventare un’allettante possibilità di raccogliere tutte le storie migliori in una sola. E da lì è iniziata «una lunga e profonda immersione nella ricerca sulle famiglie ricche e sul business dei media».

Il pitch che Amstrong proponeva agli studios era «Festen-incontra-Dallas». Nessuna star nel cast, riprese in stile Dogma 95. Ovviamene il suo luogo dei sogni era Hbo, «il posto in cui desideravo di più che lo show arrivasse, la casa dei Sopranos e di Six Feet Under. Sapevo che potevano essere ricettivi. Frank Rich – un tempo noto come il “Macellaio di Broadway” per le sue critiche teatrali, ma ora consulente del network – aveva sostenuto il mio lavoro con il suo capo, Richard Plepler, e in precedenza avevo sviluppato uno spettacolo con loro». Quindi ha proposto il progetto a Casey Bloys, head of drama and comedy. A questo punto Amstrong dà una splendida descrizione della sensazione che ha provato: «A volte un pitch si allunga sottile e logoro, il tessuto si strappa mentre procedi, l’altra parte fa capolino cupamente attraverso i buchi. Altre volte, l’aria si addensa e puoi sentire l’atmosfera nella stanza diventare ricca di ossigeno mentre l’entusiasmo che stai cercando di proiettare si trasforma in un entusiasmo che stai effettivamente provando». Super convinti, quelli di Hbo hanno fatto un’offerta e Adam McKay, fresco di The Big Short, ha espresso il suo desiderio di venire coinvolto nel progetto. E così, nel 2016, Amstrong ha iniziato a lavorare all’episodio pilota.

Nella seconda parte di questo bellissimo articolo (lettura imprescindibile per tutti i fan di Succession), Amstrong parla della fondamentale importanza rivestita dalla vittoria di Trump nella scrittura della serie. E conclude: «Mi chiedo se Succession avrebbe funzionato nello stesso modo senza la presidenza di Trump. Trump non è stato il bombardamento di civili tedeschi, e Succession non è Mattatoio n.5, ma a volte penso a Vonnegut che dice che nessuno al mondo ha tratto profitto dal bombardamento di Dresda, tranne lui».

Articoli Suggeriti
La Lidl ha fatto una giacca limited edition dedicata agli Oasis e l’ha chiamata Lidl By Lidl

Prende ispirazione da una giacca cult indossata da Liam, quella di Berghaus, di cui è volto pubblicitario.

Anche i boomer hanno fatto cose buone, tipo Techetechetè

Su due cose possiamo essere tutti d'accordo: che il palinsesto estivo è un deserto post apocalittico e che Techetechetè dimostra che i boomer hanno avuto anche la televisione migliore.

Leggi anche ↓
La Lidl ha fatto una giacca limited edition dedicata agli Oasis e l’ha chiamata Lidl By Lidl

Prende ispirazione da una giacca cult indossata da Liam, quella di Berghaus, di cui è volto pubblicitario.

Anche i boomer hanno fatto cose buone, tipo Techetechetè

Su due cose possiamo essere tutti d'accordo: che il palinsesto estivo è un deserto post apocalittico e che Techetechetè dimostra che i boomer hanno avuto anche la televisione migliore.

I BTS hanno fatto la reunion, annunciato un nuovo disco e anche un tour mondiale

Finita la leva militare, i sette sono tornati a lavoro: in una live hanno annunciato i molti impegni per la seconda metà del 2025 e il 2026.

Tra i contenuti speciali del vinile di Virgin c’è anche una foto del pube di Lorde

Almeno, secondo le più accreditate teorie elaborate sui social sarebbe il suo e la fotografia l'avrebbe scattata Talia Chetrit.

La Rai vorrebbe abbandonare Sanremo (il Comune) e trasformare Sanremo (il festival) in un evento itinerante

Sono settimane che la tv di Stato (e i discografici) litigano con il Comune: questioni di soldi, pare, che potrebbero portare alla fine del Festival per come lo conosciamo.

Chi sono i Mind Enterprises, il duo italo disco diventato virale grazie a un video davvero molto italo disco

Tra parodia e nostalgia, Secco (Andrea Tirone) e Baffone (Roberto Conigliaro) hanno guadagnato migliaia di nuovi follower in poche ore.