Strano ma vero, però: chiusa ufficialmente la brat summer con un ultimo concerto al Coachella, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
“All I Want for Christmas is You” è molto più triste di quanto si pensi
Se quest’anno la reclusione da zona rossa ha acceso più che mai il dibattito su quando sia giusto fare l’albero di Natale e il presepe, con la solita querelle tra fazioni tradizionaliste e chi se ne frega, la colonna sonora è una certezza: Mariah Carey, Mariah Carey, Mariah Carey. Ci sono delle alternative, “Last Christmas” dei Wham o “Wonderful Christmastime” di Paul McCartney per esempio, ma “All I Want for Christmas Is You” di Mariah ha qualcosa di magico. Potrebbero però esserci delle ombre dietro questa pietra miliare della discografia natalizia, e a ricercarle è stato Rob Harvilla, che oltre che scrivere per The Ringer, cura un podcast intitolato 60 canzoni che spiegano gli anni ’90, cercando di analizzare attraverso un brano a episodio l’influenza che la cultura musicale di quegli anni hanno avuto nelle decadi successive. L’interrogativo da cui parte Harvilla è: quel “you” di “All I Want for Christmas Is You” chi è? «Temo che la risposta, per come Mariah Carey racconta la sua storia ora, sia che non c’era nessun “tu”. Non c’era nessuno. Mariah non aveva nessuno, era sola», sostiene l’autore e ascoltando la ricostruzione che fa del periodo di vita della cantante, negli anni a cavallo del 1994 (quando è stata pubblicata la hit), c’è da credergli.
Ricca e famosa, nel 1993 Mariah sposa Tommy Mottola, un pezzo grosso dell’etichetta Sony, nella speranza di allontanarsi dalla famiglia come racconta nella sua autobiografia, The Meaning of Mariah Carey, e si capisce che non sarà un matrimonio felice. «È una storia d’amore da favola nel senso di Rapunzel», spiega l’autore del podcast, la villa multimilionaria dove vive la coppia fu infatti trasformata dal marito in una prigione, casa alla quale Mariah si riferisce come “Sing Sing”: guardie, telecamere, citofoni in modo che la sua voce potesse seguirla ovunque.
La spensieratezza dei brani che hanno reso famosa la Carey, tra cui la hit natalizia, sarebbero il tentativo di creare «un’universo alternativo in cui la cantante sognava di abitare», prosegue il critico musicale, che cita in conclusione Mariah stessa dalla sua autobiografia: «Ho creato questa ragazza divertente e libera nei miei video in modo che potessi vedere una versione di me stessa essere viva: una ragazza che fingevo di essere, spensierata, quella che invece desideravo essere e che in realtà non ero».

Nonostante la polizia avesse intimato alla folla di disperdersi, tutti sono rimasti lì ad aspettarla finché non è arrivata e ha cantato "What Was That", la sua nuova canzone.