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00:55 giovedì 1 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Negli uffici torneranno i cubicoli?

02 Maggio 2020

Torneremo in ufficio, anche se non abbiamo ancora capito bene né quando e nemmeno con quale modalità. Per questo, per prevenire nuovi contagi e limitare i contatti, alcuni dirigenti stanno valutando il modo migliore per riconfigurare gli spazi di lavoro che negli ultimi anni sono stati, al contrario, progettati per favorire al massimo le interazioni tra il personale. Perché se per evitare i flussi di persone alcune aziende stanno cercando approcci basati su nuove strumentazioni che permettano di imporre il distanziamento sociale, quali per esempio badge che monitorino la posizione, o su innovazioni molto più semplici (adesivi per far rispettare il metro di distanza tra colleghi; turni sfalsati e pulizie più regolari), tra le idee vi è anche quella di tornare al cubicolo degli anni ’80: i divisori in cartone o di plastica che trasformavano gli uffici in pseudo labirinti.

«Avere quel divisore, magari in plexiglass, farà sentire le persone molto più sicure», ha spiegato a Wired Michael Boonshoft, portavoce di Cushman & Wakefield, una società immobiliare che ha elaborato linee guida per la riapertura degli uffici dopo la quarantena da Coronavirus. In Cina, per esempio, la società avrebbe aiutato più di un milione di persone a tornare al lavoro, oltre alle mascherine, ai disinfettanti, ai dispenser con gel igienizzante, grazie soprattutto ai divisori tra le scrivanie. «Certo, probabilmente sarà una situazione temporanea, ma è il modo migliore per non spendere molto e per tornare ai nostri impieghi il prima possibile, e in sicurezza», ha continuato. Anche un portavoce di WeWork ha affermato che la società che fornisce spazi di lavoro condivisi starebbe pensando di dotare ciascuno dei suoi locali di simili divisori, e lo stesso vale per Panasonic, in Giappone.

I cubicoli, resi celebri dai film e dalle serie tv ambientate negli uffici, comparvero  per la prima volta negli Stati Uniti negli anni ’60, intesi come un modo per incoraggiare la “personalizzazione”, con l’idea che si potesse ricreare una sorta di “piccola stanza personale” anche in un luogo di lavoro, come emerso da Cubed: A Secret History of the Workplace, di Nikil Saval. Nel corso dei decenni successivi, dopo aver raggiunto l’apice negli Ottanta, tuttavia, il cubicolo è stato ironicamente associato alla vita da ufficio irreggimentata, monotona e spersonalizzata, cadendo in disgrazia proprio all’inizio del ventunesimo secolo, quando le start-up della Silicon Valley hanno incoraggiato la creazione di uffici open space: «Proprio la cosa peggiore, durante una pandemia», ha concluso Boonshoft.

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