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12:21 martedì 19 agosto 2025
Il completo, che forse non è un completo, indossato da Zelensky nell’incontro con Trump ha causato un enorme litigio tra gli scommettitori online Milioni scommessi sul fatto che Zelensky avrebbe o non avrebbe indossato un completo. E ora una accesissima discussione attorno alla domanda: ma è un completo, quello?
A quanto pare Lana Del Rey è molto arrabbiata con Ethel Cain, ma nessuno ha ancora capito perché Le ha lanciato una frecciatina in una traccia del nuovo album e l'ha bloccata su Instagram: perché ce l'abbia così tanto con Cain, però, non è chiaro.
La sinistra mondiale va così male che è riuscita a perdere le elezioni anche nella Bolivia socialista Il Movimiento al Socialismo governava dal 2005, ma al primo turno è arrivato a malapena quarto. Al ballottaggio vanno un candidato di centro e uno di centrodestra.
A Liam Gallagher hanno vietato di lanciare tra il pubblico tamburello e maracas alla fine dei concerti perché le persone si picchiavano pur di accaparrarseli È stata l'organizzazione del concerto a dirglielo, per evitare che i fan si «strizzino i capezzoli a vicenda, si tirino le orecchie, si prendano a ginocchiate nelle parti basse».
È morto Ronnie Rondell, l’uomo che andava a fuoco sulla copertina di Wish You Were Here dei Pink Floyd Ci vollero 15 tentativi per ottenere lo scatto perfetto, un'impresa che mise a dura prova anche uno stunt man come lui, sopravvissuto alle riprese più spericolate della storia del cinema.
Sally Rooney ha detto che donerà i proventi degli adattamenti Bbc dei suoi romanzi a Palestine Action Lo ha scritto in un articolo pubblicato sull'Irish Times, in cui attacca (di nuovo) il governo inglese per le sue posizioni filoisraeliane.
Terence Stamp è stato l’attore inglese più amato dal cinema italiano Teorema di Pasolini, Tre passi nel delirio di Fellini, Una stagione all'inferno di Nelo Risi e molti altri: negli anni '70 Stamp, morto il 17 agosto a 87 anni, fu "adottato" dal cinema italiano.
È morto a 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani Con i suoi scatti in bianco e nero ha raccontato l’Italia nel pieno dei suoi cambiamenti: dal boom industriale alle grandi navi a Venezia.

Cinque letture sul Coronavirus

Siamo tutti in quarantena e non parliamo d’altro, ma almeno questi articoli vi offriranno punti di vista su cui riflettere.

14 Marzo 2020

Mentre l’epidemia da Coronavirus è diventata ufficialmente una pandemia, e sempre più Paesi (dalla Francia alla Spagna fino agli Stati Uniti) si trovano a fronteggiare la crisi che il diffondersi del COVID-19 comporta, in Italia ci siamo appena lasciati alle spalle la prima ufficiale settimana di quarantena, dopo che con i due decreti, del 9 e 11 marzo, il nostro Paese è stato dichiarato “zona protetta” dal premier Giuseppe Conte. In questi giorni, stiamo lentamente modificando a imparare le nostre abitudini quotidiane, dalla convivenza forzata con i figli, per chi ne ha, al tentativo di fare attività fisica anche se si è rinchiusi in casa, ed è difficile parlare di qualcosa che non sia il virus. Forse in molti si saranno anche stancati di leggerne, ma è praticamente impossibile sfuggire all’eccezionalità della situazione che viviamo. Abbiamo scelto cinque letture, piuttosto impegnative, che però a nostro parere stimolano delle riflessioni interessanti. Tanto il tempo ce l’abbiamo tutti.

“Coronavirus: why we must act now” – Medium
Questo lunghissimo longform (26 minuti di lettura) è uno dei più completi ragionamenti sul perché bisogna adottare misure severe per combattere il Coronavirus. Per quanto non sia stato scritto da un medico – Tomas Peyo è un saggista-startupper – è pieno di grafici che probabilmente non avete visto e che mostrano con dovizia di particolari curve di andamento del contagio: molto interessanti le chart 5, 6 e 7, che mostrano rispettivamente: il coefficiente di crescita giornaliero Paese per Paese (il Belgio ha la crescita più smisurata); le previsioni del contagio negli altri Paesi; la timeline degli eventi dell’Hubei.

“We Made the Coronavirus Epidemic”The New York Times
Citatissimo e intervistatissimo in questi giorni in quanto autore del fondamentale Spillover (Adelphi), David Quammen ha scritto il 28 gennaio quest’editoriale sul New York Times, quando il Coronavirus era ancora affare esclusivamente cinese. Leggerlo ora fa una certa impressione e non solo perché spiega in modo chiaro e verosimile la catena di eventi che ha portato a tutto questo, ma anche per come i possibili sviluppi di cosa sarebbe successo erano immaginabili già due mesi fa.

“A Week at the Epicenter of America’s Coronavirus Crisis”The New Yorker
Non sarebbe sbagliato dire che, negli Stati Uniti, il reale pericolo di un’epidemia da COVID-19 si sia fatto reale solo negli ultimi giorni. Solo fino a una settimana fa, il presidente Trump minimizzava e i media parlavano di “virus cinese” o comunque straniero, europeo. In realtà, il Coronavirus era già nel Paese e si preparava a esplodere come ha fatto da noi e come sta facendo in Spagna. Sul New Yorker James Ross Gardner racconta in un lungo reportage il focolaio di Seattle: i primi giorni in cui l’infezione non era un lontano pensiero, il montare del panico e lo stato d’emergenza. Un film che noi conosciamo molto bene.

“‘To hell and back’: my three weeks suffering from coronavirus” – The Guardian
Ma cosa vuol dire contrarre il virus e riuscire a guarire? Lo ha spiegato il ventunenne Tiger Ye, di Wuhan, che ha raccontato al Guardian la sua esperienza con il COVID-19, i cui sintomi sono comparsi intorno al 17 gennaio: «Dolori muscolari e una leggera febbre, niente di più. Ma poi la situazione è peggiorata. E all’arrivo in ospedale ho visto che era pieno di gente, con i medici protetti dalle loro tute ignifughe». Una testimonianza completa, dall’isolamento, al “momento peggiore”, quando l’infezione inizia a diffondersi nei polmoni, sino alla completa guarigione, avvenuta il 7 febbraio.

“The Infectious Pestilence Did Reign” – Slate
«La peste è stata la forza più potente che ha modellato la sua vita e quella dei suoi contemporanei», ha scritto Jonathan Bate, uno dei numerosi biografi di Shakespeare. Questo articolo, un estratto adattato del libro The Hot Hand: The Mystery and Science of Streaks di Ben Cohen, pubblicato nel 2020 da William Morrow/HarperCollins, racconta come la peste sconvolse la vita e ispirò il lavoro di William Shakespeare, contribuendo a dar forma a diversi colpi di scena nelle sue opere, tra cui Romeo e Giulietta, di cui Cohen analizza un passaggio in particolare, quello che rivela come il plot twist centrale dell’opera – la mancata consegna di una lettera che provoca la morte di entrambi gli amanti – sia in pratica dovuto alla peste: la lettera non arriva a destinazione perché chi avrebbe dovuto consegnarla è bloccato in quarantena.

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