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A Londra ci sarà un evento per sapere quali canzoni far mettere al proprio funerale

Quando i The Trammps cantavano «burn baby, burn» nella loro “Disco Inferno” del ’76 (inserita nella colonna sonora de La febbre del sabato sera), probabilmente non pensavano a nulla che avesse un significato trascendentale. Metafisico, o incline a descrivere un’esperienza ultraterrena. Eppure, come emerso dal sondaggio del sito di assicurazioni sulla vita, Reassured, il singolo dei The Trammps, seguito da “Highway to Hell” degli AC/DC, da “Good Grief” dei Bastille e da “When the Party’s Over” di Billie Eilish, è una delle canzoni che la gente vorrebbe venisse trasmessa negli ultimi attimi della propria vita, al funerale e durante la cremazione.
Come riporta il Guardian infatti, la tendenza a decidere anticipatamente quale musica ascoltare poco prima di morire, o quale usare per celebrare la propria morte è in constante crescita, «d’altronde, incorniciamo le nostre vite con le canzoni, ascoltandole durante compleanni e tutti gli altri anniversari». Per questo il prossimo 29 gennaio si terrà un evento allo Science Museum Late di Londra, il “What’s Your #MyLastSong?”, organizzato dall’ente benefico per malattie terminali Marie Curie e finalizzato a discutere circa le migliori “ultime canzoni” della vita. «Mentre parlare di morire è ancora un tabù, parlare di musica non lo è mai», spiega uno degli organizzatori, Mark Taubert, consulente di medicina palliativa che divenne famoso nel 2016 per aver ringraziato David Bowie (in una lettera immaginaria, ritwittata dal figlio dell’artista) per l’album Blackstar, che avrebbe aiutato un suo paziente malato terminale «ad andarsene senza paura».
«C’è la tendenza a credere che il malato abbia bisogno di morire in una stanza silenziosa, solenne. Ma i nostri ospedali sono pieni di rumori terribili, tra ruote di carelli cigolanti, allarmi, gente che corre». E quindi ascoltare “Angels” di Robbie Williams (tra le canzoni più scelte secondo la società Funeralcare), sembra una valida alternativa. «Le scelte poi si differenziano molto, in base al fatto che si tratti del momento in cui passare a miglior vita o del funerale», continua Taubert. «Nel primo caso, si tende a optare per musiche più tristi, magari qualcosa dei Joy Division. Nel secondo invece, sarebbe meglio non deprimere ulteriormente i parenti, e scegliere qualcosa come “Soul Kitchen” dei Doors. Spesso però ci sono i megalomani, che vogliono “May Way” di Sinatra. Tuttavia, una scelta un po’ egocentrica per il proprio funerale è probabilmente giustificata».

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