Cose che succedono | Attualità

Una giornalista di Vox ha condotto un’indagine per capire se il 2020 è stato l’anno peggiore della storia

C’è già chi sui social afferra l’ascia di guerra: «Non azzardatevi a pubblicare i ricordi del 2020, non ce ne sono di belli». A prova del contrario, ovvero di quanto sia giusto meditare su cosa è successo e su cosa succederà, Vox ha pubblicato un’inchiesta storico-filosofica, firmata Rachel Sugar, che ripercorre l’anno passato. Se per la maggior parte degli abitanti della terra il 2020 può esser stato il peggiore di sempre, Sugar ricorda che non è proprio così. Nel 536 l’eruzione di un vulcano ha oscurato sul sole inaugurando il decennio più freddo mai registrato con ovvie carestie annesse. Pochi anni dopo la peste di Giustiniano, prima di arrivare alla peste nera nel 1348 che ha causato la morte del 40 per cento degli europei, e così via di tragedia in tragedia, passando per guerre e rivoluzioni. Attenzione però, l’autrice non minimizza, non è ottimista, anzi. «Quest’anno è diventato un incantesimo. Un meme in esecuzione. Potrebbe non essere il peggiore, in effetti, ma è epocale. È iniziato con incendi infernali in Australia, e da incendi senza precedenti in California, e poi un virus respiratorio mortale ha sconvolto la vita come l’avevamo conosciuta: tutti quelli che conoscevi erano potenziali vettori di contagio, la polizia continuava a uccidere i neri e il presidente degli Stati Uniti si è rifiutato di impegnarsi per una transizione pacifica del potere e la gente ha continuato a morire». 

Indagando il concetto di apocalisse, di speranza, interpellando storici e astrologi, Rachel Sugar ricostruisce l’anno che farà storia, anche solo per la quantità di avvenimenti, pandemia a parte. La parte più interessante e meno scontata dell’indagine è l’intervista a due Preppers, i survivalisti, coloro che nel timore di un’imminente guerra o della fine del mondo costruiscono bunker anti atomici con scorte di cibo per decine di anni. Chi meglio di loro poteva essere preparato a tutto ciò? «Coby Coonradt e Cameron Hardy vivono nello Utah. Insieme conducono il podcast Casual Preppers, che è anche il modo in cui si classificano: solo perché hai una scorta di cibo di 25 anni nel tuo seminterrato non significa che non puoi essere anche un ragazzo normale con una famiglia e un lavoro», scrive Sugar. Si scopre che erano preoccupati per le pandemie, ma in modo astratto. Ma come ti dirà uno dei due, prepararsi alla possibilità di qualcosa non è come aspettarselo. Certo avevano scorte di mascherine, scrive Sugar, ma non di lievito. 

«Può essere vero che il clima è in crisi, che questa probabilmente non è l’ultima pandemia, e anche vero che la maggior parte dei giorni, la vita va avanti e le persone si sposano e divorziano e hanno figli […] A questo punto, possiamo tranquillamente affermare che il 2020 non è stata la fine della vita sulla terra, ma solo la fine della certezza», conclude l’autrice.  «O almeno, è stato bello finché è durato».