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Quali sono i paesi che non hanno firmato il trattato sulle armi chimiche?

«È un messaggio ai Paesi che non hanno ratificato il Trattato di bando delle armi chimiche»: così il presidente del Comitato per il Nobel ha commentato l’assegnazione del premio per la Pace all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, Opac (Opcw in inglese, sopra nella foto la sede, all’Aja).

«Grazie al lavoro dell’Opac l’uso delle armi chimiche è un tabù» spiega il Comitato per il Nobel nelle motivazioni. «Quanto accaduto in Siria, dove sono state usate queste armi, riporta in primo piano la necessità di incrementare gli sforzi per eliminare questi armamenti».

Com’è noto, la Siria è accusata di avere utilizzato armi chimiche, e in particolare il gas nervino, accusa peraltro confermata dagli ispettori delle Nazioni Unite. Dopo essere stata messa sotto pressione dalla comunità internazionale, e in particolare da Stati Uniti e Francia, la Siria ha però accettato di smantellare il proprio arsenale di armi chimiche – anche se non tutti sono convinti sull’utilità reale di questo impegno per fermare lo spargimento di sangue nel Paese, dove da oltre due anni e mezzo infuria una guerra civile che ha ucciso almeno 100mila persone, in gran parte con l’utilizzo di armi “convenzionali”.

Damasco non aveva mai firmato il trattato contro le armi chimiche. Ma adesso «sta diventando parte della convenzione»

Ma, oltre a Damasco, quali sono gli altri paesi che non hanno firmato il trattato contro le armi chimiche? Al momento risultano come “non-firmatari”: Egitto, Corea del Nord, Angola, Sud Sudan.

Mentre Israele e Myanmar (ex Birmania) hanno firmato la convenzione senza però ratificarla, come ricorda lo stesso quotidiano israeliano Haaretz.

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