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Picchiare i nazisti è di moda: si chiama fash-bashing
È cominciato tutto quando il “white suprematist” Richard Spencer – presidente del National Policy Institute – è stato preso a pugni in faccia da un manifestante di Washington nel giorno dell’Inauguration di Trump: l’evento è rapidamente diventato un meme sui social network, e qualcuno ha iniziato a porsi una domanda: è eticamente corretto ricorrere alla violenza contro un leader del movimento neo-nazista come quello alt-right?
Qualunque sia la risposta, con la presidenza Trump e il suo entourage di destra oltranzista, il discorso di ricorrere ai pugni contro i fascisti è diventato di stringente attualità. A Brooklyn la rivista New Inquiry ha appena organizzato “Fash Bash Bash”, una rassegna cinematografica di titoli che presentano il tema del “fash-bashing”, ossia la lotta contro i nazifascisti (ce ne sono molti, com’è noto, dalla saga di Indiana Jones a Bastardi senza gloria di Tarantino). A rimarcare l’indirizzo della serata, alle 150 persone accorse all’evento è stato servito del punch.
People have been asking if punching fascists is OK, so I made a game exploring that question. Enjoy Dialogue 3-D https://t.co/VH0lZ37H2E pic.twitter.com/caaPUUDMfM
— Ramsey Nasser (@ra) 6 febbraio 2017
Per scherzare sul dilemma etico presentato dalla questione, lo sviluppatore di videogame Ramsey Nasser ha creato una mod, o versione alternativa, del popolare videogioco Wolfenstein 3D, il cui obiettivo era, beh, sparare ai nazisti: nel suo Dialogue 3D, invece, ti chiede: «Una manifestazione pacifica non sarebbe più efficace?».