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Come sta andando la fine del lockdown a Wuhan

C’è l’impulso a uscire, a Wuhan, dove le macchine hanno ripreso a circolare, tanto che le stazioni di pedaggio alla periferia della città dell’Hubei, epicentro della pandemia da Coronavirus, sono state prese d’assalto. Come i treni su cui, secondo le stime ipotizzate da un’emittente statale, entro questa sera saliranno oltre 55 mila persone. Come scrive il New York Times, «nonostante all’interno della città siano ancora in atto misure severe per i cittadini e per le imprese al fine di impedire al virus di tornare a circolare, segnati ancora dalla paura della morte, gli abitanti stanno finalmente respirando la libertà». Finalmente dopo 76 giorni di lockdown, in una misura senza precedenti che ha coinvolto 60 milioni di persone (gli abitanti dell’Hubei, la regione dove si trova la città), allo scoccare della mezzanotte locale dell’8 aprile il divieto di lasciare la città è caduto.

A Wuhan, in cui la malattia e la morte hanno toccato centinaia di migliaia di vite, imprimendole con un trauma che potrebbe persistere per decenni, le scuole rimarranno comunque chiuse, mentre le imprese, anche quelle che sono state riaperte, dovranno affrontare una percorso «straziante», scrive il New York Times, spiegando come l’apertura non implichi un totale ritorno alla normalità. Secondo quanto rivela la Cnn, avvertendo come la città dovrà ora affrontare un arduo compito per prevenire il ripetersi delle infezioni locali, Luo Ping, un funzionario di controllo dell’epidemia ha spiegato: «Alcuni residenti hanno abbassato la guardia e non indossano maschere quando escono di casa. Per questo è importante ricordare che la riapertura di Wuhan non significa tornare alla leggerezza di un tempo, né dimenticare le misure di prevenzione e controllo adottate. È un allentamento, ma dobbiamo rimanere vigili».

Ma «a chi esce, gli alberi sembrano più verdi, il cielo più azzurro», ha scritto il Time, con un focus sulle celebrazioni che hanno seguito la riapertura. L’occasione è stata infatti contrassegnata da uno spettacolo di luci sul fiume Yangtze, «durante il quale le immagini degli operatori sanitari e alcune parole di conforto che hanno rivestito i ponti e i grattacieli». “Città eroica”, “Andiamo avanti”. Intanto, mentre in un editoriale del giornale nazionale People’s Daily si mettono in guardia le persone dal celebrare troppo presto – «Oggi sono tutti emozionati, tuttavia questo giorno non segna una vittoria o un traguardo finale» – il primo treno delle 6:25 per Pechino è partito pieno di persone, «mentre il personale e le squadre SWAT in tuta ignifuga continuano a pattugliare davanti alla stazione di Hankou per evitare che ci siano disordini», continua il Time.

Le accortezze rimangono. Nei giorni scorsi, quando gradualmente sono stati riaperti alcuni negozi, i gestori hanno allestito banchi di fronte alla strada in modo che i clienti potessero acquistare verdura, alcol, sigarette e altri beni senza entrare. Nei parchi lungo il fiume Yangtze oggi, un numero crescente di famiglie si è avventurato fuori per prendere il sole e l’aria fresca, evitando i contatti con gli altri gruppi di persone presenti. «Ma alcuni non resistono al raggruppamento», aggiunge il Time. «I residenti più anziani hanno ripreso a riunirsi per giocare a scacchi cinesi, e sempre più persone sono accorse ad acquistare completi da fitness, cosmetici, accessori da viaggio, forse in un moto di speranza. Lo spettacolo più bello però lo regalano i bambini, che sono tornati a riempire i parchi rimasti senza voci per più di due mesi».