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L’unico uomo seppellito sulla Luna
Per far sì che l’idea della morte gli fosse più lieve, l’uomo ha spesso immaginato di donare ai suoi resti una destinazione un po’ più romantica del cimitero: abbiamo sentito parlare di ceneri sparse sull’oceano, buttate nel cratere di un vulcano, o magari mescolate alla terra, per diventare il nutrimento delle radici di un albero. Per ora, racconta Atlas Obscura, è soltanto uno il fortunato che si gode l’eterno riposo sulla superficie lunare, come fosse il suo cimitero privato. Si tratta dello scienziato Eugene Shoemaker, famoso per aver scoperto la cometa (che infatti si chiama Shoemaker-Levy) che impattò su Giove nel 1994, andando in frantumi. La scoperta, realizzata insieme a sua moglie Carolyn e al collega David Levy, si rivelò importantissima: per la prima volta degli esseri umani furono in grado di assistere a una collisione planetaria “in diretta”. L’evento divenne così celebre che il nome di Shoemaker iniziò a circolare anche tra i non esperti e una piccola città del Wyoming costruì una pista di atterraggio intergalattica per accogliere eventuali rifugiati da Giove. Lo scienziato divenne famoso soprattutto perché riuscì a combinare la geologia (la disciplina in cui era esperto) con le sue applicazioni astronomiche, sviluppando il settore della scienza planetaria. Studiò molti crateri sulla terra e utilizzò la sua esperienza per istruire gli astronauti della missione Apollo, aiutandoli a capire cos’avrebbero dovuto aspettarsi dalla superficie della luna, in termini di terreno.
Morì il 18 luglio 1997, in un incidente d’auto, mentre esplorava il cratere di una meteora in Australia. Per tutta la vita Shoemaker studiò i pianeti e la loro conformazione, ma il suo sogno sarebbe stato quello di vederli con i suoi occhi: aveva sempre voluto fare l’astronauta. Ma dovette fin da subito rinunciare alla carriera nello spazio per ragioni mediche e accontentarsi di insegnare quello che sapeva e immaginava alle persone che avrebbero potuto sperimentarlo dal vivo, al suo posto. Dopo la sua morte, la Nasa volle provare a mettere in pratica l’idea di alcuni suoi colleghi: onorare lo scienziato portando sulla Luna le sue ceneri. Contattò Celestis, l’unica azienda che abbia mai condotto viaggi spaziali a scopi funerari. Celestis è una specie di BlaBlaCar spaziale per i resti dei morti, che vengono caricati su lanci già programmati per altri motivi e poi rilasciati nello spazio. Le ceneri di Shoemaker, invece, furono trasportate da sole, in una capsula di policarbonato. La missione si concluse il 31 luglio 1999, la quando la Nasa fece deliberatamente schiantare il Lunar Prospector, la navicella che trasportava il tutto, sulla superficie del satellite, portando con sé le ceneri di Shoemaker: avvolte in una foglia d’ottone, erano accompagnate da un’immagine della Cometa di Hale-Bopp, una fotografia del cratere meteorologico dell’Arizona dove aveva addestrato gli astronauti dell’Apollo e una citazione di Romeo e Giulietta.