Nato con scopi educativi, prima di essere commercializzato, il famoso gioco da tavola incarna da decenni il capitalismo immobiliare. Ma una nuova versione si propone adesso di ritornare al suo senso originario.
L’Unesco ha ricostruito i siti patrimonio dell’umanità di Mosul che l’Isis aveva distrutto
Nel 2018 l’Unesco aveva lanciato il progetto Revive the Spirit of Mosul: l’obiettivo era ricostruire la Grande moschea di Al-Nouri, la chiesa di Al-Tahera e il convento di Al-Saa’a, tre patrimoni dell’umanità distrutti dai miliziani dell’Isis tra il 2014 (anno in cui conquistò Mosul) e il 2017. Come riporta Artnews, ci sono voluti sette anni e 111 milioni di euro, ma adesso il progetto è giunto al termine, i tesori di Mosul sono stati salvati. E non solo: l’Unesco ha anche restaurato diverse case nella città vecchia, risalenti all’epoca dell’Impero ottomano.

La Grande moschea di Al-Nouri (Foto di Zaid Al-Obeidi, AFP via Getty Images)
I tre monumenti sono tutti e tre patrimonio dell’umanità. La moschea di Al-Nouri fu costruita nel XII secolo ed è famosissima in tutto il mondo per “il gobbo”, il nomignolo che è stato attribuito al suo minareto pendente. Nel 2014 l’Isis lo distrusse, ma l’Unesco, grazie al contributo di studiosi della Torre di Pisa, è riuscito a restaurarlo integralmente.

La chiesa di Al-Tahera (Foto di Zaid Al-Obeidi, AFP via Getty Images)
La chiesa di Al-Tahera, eretta nel 1862, fu quasi completamente rasa al suolo nel 2017, invece, e adesso ricostruita con l’aggiunta di due nuove campane, realizzate in Italia. Tre sono le campane nuove installate nel convento di Al-Saa’a, dal 1870 uno degli edifici simbolo del cristianesimo ortodosso. Negli anni è stata tante cose: una chiesa, una scuola, un ospedale, un archivio in cui venivano conservati alcuni dei più antichi e inestimabili manoscritti del mondo. L’Isis l’aveva trasformata in una prigione. Ora è tornata a essere un tesoro e speriamo che resti tale per sempre.

Il convento di Al-Saa’a (Foto di Unesco)
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