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In una settimana Il mostro è diventata la serie più vista su Netflix in tutto il mondo  In 44 Paesi è in cima alla classifica dei titoli più visti, in 85 figura nella Top Ten: nessun altro si è avvicinato a questi risultati.
Era nell’aria da tempo ma adesso è confermato: ci sarà una reunion dei CSI La prova è un post pubblicato su Instagram da Gianni Maroccolo in cui si vede la band al completo.
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È morto Mimmo Jodice, uno dei più importanti fotografi italiani Tra i lavori che restano nella storia della fotografia le Vedute di Napoli, la serie Anamnesi e le foto ai capolavori del Museo Archeologico
Al Museo della moda di Anversa si terrà la prima mostra di sempre dedicata agli Antwerp Six La mostra inaugurerà il 28 marzo e rimarrà in cartellone fino al 17 gennaio 2027.

I titoli di testa delle serie tv stanno vivendo la loro età d’oro

31 Ottobre 2016

Nel 2014 True Detective ha vinto cinque Emmy Awards: uno di questi era per i titoli di testa, realizzati dal direttore creativo Patrick Clair che, oltre alla serie con Matthew McCounaughey, ha progettato anche la sequenza iniziale di Westworld, la nuova serie Hbo ambientata in un parco a tema western abitato da androidi in rivolta.

In questo secondo caso, i quasi due minuti di sequenza mostrano la creazione di uno degli androidi. Come ha notato Quartz, i titoli di testa si sono evoluti molto negli ultimi decenni, diventando sofisticati al punto da poter essere considerati cortometraggi particolarmente curati. «Quando la Hbo si è imposta con programmi di qualità alla fine degli anni Novanta, ha fatto sì che gli opening credits fossero uno dei suoi simboli di riconoscimento. Ha avviato una tradizione per cui, per rientrare nei canoni della miglior televisione, devi avere delle grandi immagini di apertura», ha commentato Clair.

Se si pensa alle serie tv di qualità degli ultimi dieci anni, molte – se non tutte – hanno dei crediti articolati. Giusto per citarne alcune: I Soprano, Mad Men, Game of Thrones, House of Cards, Narcos, The American e Homeland sono tutti titoli che confermano questa impressione. Breaking Bad e Lost, dotati di sequenze più brevi e semplici, sono probabilmente tra le poche eccezioni.

Clair non è l’unico maestro del genere: i suoi colleghi alla Elastic, un’azienda che ha prodotto anche i titoli di The Leftovers, Making a Murderer, Amanda Knox e Game of Thrones, fanno lo stesso. La chiave del successo, secondo lui, è lavorare a stretto contatto con gli ideatori della serie: nel caso di Westworld, ad esempio, Clair ha affiancato Jonathan Nolan e la moglie Lisa Joy. Insieme a loro c’erano sei designer, cinque modellisti e quattro animatori.

L’importante è quindi capire quale sia lo spirito dello show e riportarlo in una breve sequenza di immagini, senza lasciare niente al caso: «A volte le persone leggono dei messaggi nascosti dove non ce ne sono, e a volte si perdono degli indizi evidenti», ha detto Clair. In molte serie, ad esempio, uno degli elementi fondamentali è l’utilizzo dei colori perché quelli dei titoli di testa saranno anche quelli più presenti nello show, ovvero quelli che il pubblico si ricorderà di più. Quartz nota, quindi, come Mad Men sia associato al rosso, al nero e al giallo, Game of Thrones al marrone dorato, True Detective al verde e al canna di fucile e Westworld al bianco e nero. L’intento di Clair, infatti, era quello di creare un ambiente sterile, industriale e questo non poteva essere fatto con colori brillanti: l’unica eccezione è per il riflesso rosso che si vede sugli occhi dell’androide, che rimanda all’ambiente western.

Ovviamente, più i produttori dedicano attenzioni ai titoli di tetsa, e più cresce anche l’interesse del pubblico: nel caso di Westworld, ad esempio, sono state aperte decine di discussioni su Reddit; il blog The Art of The Title analizza tutte le serie tv da questa prospettiva.

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