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Tidal è un flop coi fiocchi

Vi ricordate il teaser di Tidal, lo “Spotify” di Jay-Z annunciato e lanciato appena pochi giorni fa? Il teaser video presentava Nicki Minaj, Rihanna, Kanye West, Madonna, i Daft Punk, Beyonce e altre super-super-super-super star del pop insieme, come se fossero dei testimonial di Tidal (in effetti lo erano). Uno dei messaggi con cui Shawn Carter/Jay-Z lanciava il servizio di streaming era: pagheremo agli artisti un fee più alto e dignitoso di Spotify.

Dopo aver esordito nella Top 20 della classifica iPhone di app più scaricate, Tidal è lentamente retrocessa fino ad arrivare alla posizione numero 700. Sono passate due settimane. Nel frattempo il primo Ceo è stato licenziato, rimpiazzato da Peter Tonstad, un ex consulente per il Ministero dell’ambiente norvegese. Per aggiungere la beffa al danno, il 20 aprile sia Spotify che l’altro servizio di streaming musicale Pandora hanno sfondato la Top 4. Per la prima volta, contemporaneamente.

Cosa ci fa Spotify nella Top 4, quando fino a pochi giorni fa, diciamo l’epoca del lancio di Tidal, se ne stava calmo nella comoda e larga Top 40? La risposta più probabile è che sia merito di Tidal, di Jay-Z e degli attacchi contro Spotify. «Non c’è pubblicità migliore della cattiva pubblicità», insomma, come da caro vecchio luogo comune o frase iper-citata. E forse agli utenti non interessa poi così tanto di pagare dei fee più alti a Nicki Minaj, Rihanna, Madonna e amici.

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