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Quali sono i film più interessanti del Sundance Film Festival 2020

Saranno proiettati a Park City, Utah, fino al prossimo 2 febbraio, tra biopic sperimentali e debutti alla regia. Si tratta dei film indipendenti in concorso al Sundance Film Festival, che ogni anno si profila quale luogo in cui scoprire nuovi talenti e barometro di tendenze sociali e politiche. Per orientarsi tra i 100 film nella kermesse che precede la cerimonia degli Oscar, Variety ha stilato una lista delle 17 opere da non perdere.

Numerose le pellicole tratte da storie di vita vissuta, come The Glorias, basato sulla vita dell’icona femminista e cofondatrice della rivista Ms. Gloria Steinem, in cui quattro attrici tra cui Julianne Moore e Alicia Vikander interpreteranno la protagonista in diverse fasi della sua vita, e di Zola, esperimento di Janicza Bravo che porta sullo schermo l’episodio che nel 2015 coinvolse la cameriera di Detroit Aziah Wells, autrice di un thread di 148 tweet diventato virale in tutto il mondo. Seguono thriller investigativi e adattamenti di romanzi, come The Last Thing He Wanted, tratto dal libro omonimo di Joan Didion ambientato negli anni Ottanta al culmine dell’Irangate, o come Shirley, basato sul romanzo di Susan Scarf Merrell Shirley che indaga le improbabili relazioni tra quattro personaggi.

Non mancano gli horror come Bad Hair, satira caustica ambientata nel mondo dei film musicali per la televisione, indagini come The Nest, sul declino di un imprenditore di successo interpretato da Jude Law, e film che esplorano la storia più recente come Worth, sul Fondo per le vittime dell’11 settembre organizzato e gestito dall’avvocato Kenneth Feinberg (Michael Keaton) e Promising Young Woman, un revenge movie con Carey Mulligan che con un’alta componente di black humor racconta la vita delle ragazze nell’era del #MeToo. Nella lista degli “imperdibili” Variety mette anche Come Away, fantasy per ragazzi in cui Angelina Jolie interpreta la madre di Peter Pan e Alice de Alice nel Paese delle Meraviglie, e Miss Americana che dopo Homecoming, documentario su Beyoncé, grazie alla regia della documentarista vincitrice di un Emmy Lana Wilson, offre uno sguardo laterale sulla vita di Taylor Swift, cercando di realizzare così un ritratto intimo di una delle artiste più premiate della storia.