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00:23 domenica 16 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Dopo Mahmoud Khalil, negli Usa hanno arrestato un’altra studentessa pro Palestina

Si chiama Rumeysa Ozturk ed è stata arrestata e incarcerata senza che nei suoi confronti ci sia nessuna accusa.

27 Marzo 2025

Trump lo aveva detto: di arresti come quello di Mahmoud Khalil – qui la lettera in cui racconta tutto quello che gli è successo – ce ne saranno molti altri, molto presto. Per una volta, è stato di parola: martedì 25 marzo una studentessa turca iscritta alla Tufts University di Boston è stata arrestata da agenti della Homeland Security e condotta in un centro di detenzione Ice (Immigration and Customs Enforcement) in Louisiana (anche Khalil è detenuto in una struttura nello stesso Stato). La studentessa si chiama Rumeysa Ozturk, ha un regolare permesso di soggiorno e al momento non è indagata. In un comunicato stampa, il dipartimento di Homeland Security ha spiegato che l’arresto e la detenzione di Ozturk sono dovuti ad «attività a favore di Hamas sufficienti a giustificare la revoca del permesso di soggiorno».

Intervistata dal New York Times (che sulla sua pagina Instagram ha pubblicato anche il video dell’arresto) Mahsa Khanbani, avvocata di Ozturk, ha detto che né alla famiglia né a lei sono state fornite indicazioni sulle condizioni della ragazza o informazioni sulla struttura in cui è detenuta. Khanbani ha spiegato che Ozturk è stata prelevata con la forza dagli agenti vicino all’appartamento in cui vive nella cittadina di Somerville, poco distante da Boston. Ozturk in quel momento era in compagnia di alcuni amici con i quali doveva consumare l’Iftar, il pasto serale con il quale si interrompe il digiuno nel mese del Ramadan.

Il presidente della Tufts University, Sunil Kumar, nella notte di martedì 25, ha inviato una mail a studenti e professore dell’ateneo per spiegare l’accaduto. Ha scritto, Kumar, che l’amministrazione universitaria non sapeva nulla di quanto stava per accadere né ha condiviso con le autorità alcuna informazione che avrebbe portato o favorito l’arresto. «Ci rendiamo conto che gli eventi di questa notte siano preoccupanti per i membri della nostra comunità, in particolare per gli studenti stranieri», si legge nella mail di Kumar. Nel tentativo di ricostruire i fatti, i giornalisti hanno iniziato a indagare l’attività universitaria di Ozturk per capire cosa potrebbe aver portato all’arresto. Al momento, l’unica “spiegazione” è la firma che la studentessa, assieme a molti altri colleghi e colleghe, ha apposto su un saggio pubblicato nel numero di marzo del giornale universitario. Nel saggio si invitava la dirigenza dell’università a riconoscere il genocidio palestinese e a interrompere i rapporti con le istituzioni israeliane.

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