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20:19 martedì 16 dicembre 2025
La Spagna introdurrà un abbonamento mensile di 60 euro per viaggiare con tutti i mezzi pubblici in tutto il Paese È il secondo Paese in Europa che prende un'iniziativa simile: prima c'era stata la Germania, il cui abbonamento mensile costa anche meno.
Amazon installerà nei Kindle una AI che ti spiega i libri se non li hai capiti
 La nuova funzione si chiama "Ask This Book” e servirà ai lettori confusi, distratti o non proprio sveglissimi.
Il distributore americano Neon ha organizzato una proiezione per soli manager di No Other Choice di Park Chan-wook, che è un film su un uomo che uccide manager Con tanto di lettera indirizzata a tutti i Ceo delle aziende Fortune 500, invitati a vedere il film il 17 dicembre a New York alle ore 17 locali.
Zohran Mamdani ha fatto una performance in un museo di New York invitando i cittadini a dirgli quello che vogliono da lui Ispirandosi alla celebre performance di Marina Abramović, il sindaco ha offerto colloqui di tre minuti a chiunque volesse parlargli.
Negli anni ’60 la Cia ha perso un ordigno nucleare sull’Himalaya e ancora non l’ha ritrovato Nel 1965, sulla vetta di Nanda Devi, l'intelligence americana ha perso un dispositivo alimentato a plutonio. È ancora lì, da qualche parte.
Cosa c’è nei primi sei minuti dell’Odissea di Christopher Nolan che sono già stati mostrati nei cinema americani Questo "prologo" è stato proiettato in diverse sale negli Usa e ovviamente è già stato piratato e diffuso online.
I Talebani in Afghanistan hanno un nuovo nemico: i giovani che si vestono da Peaky Blinders Quattro ragazzi di 20 anni sono stati sottoposti a un «programma di riabilitazione» dopo aver sfoggiato outfit ispirati a Tommy Shelby e compari.
Il neo Presidente del Cile José Antonio Kast ha detto che se Pinochet fosse ancora vivo voterebbe per lui Ed evidentemente anche questo è piaciuto agli elettori, o almeno al 58 per cento di quelli che hanno votato al ballottaggio e che lo hanno eletto Presidente.

Dopo Mahmoud Khalil, negli Usa hanno arrestato un’altra studentessa pro Palestina

Si chiama Rumeysa Ozturk ed è stata arrestata e incarcerata senza che nei suoi confronti ci sia nessuna accusa.

27 Marzo 2025

Trump lo aveva detto: di arresti come quello di Mahmoud Khalil – qui la lettera in cui racconta tutto quello che gli è successo – ce ne saranno molti altri, molto presto. Per una volta, è stato di parola: martedì 25 marzo una studentessa turca iscritta alla Tufts University di Boston è stata arrestata da agenti della Homeland Security e condotta in un centro di detenzione Ice (Immigration and Customs Enforcement) in Louisiana (anche Khalil è detenuto in una struttura nello stesso Stato). La studentessa si chiama Rumeysa Ozturk, ha un regolare permesso di soggiorno e al momento non è indagata. In un comunicato stampa, il dipartimento di Homeland Security ha spiegato che l’arresto e la detenzione di Ozturk sono dovuti ad «attività a favore di Hamas sufficienti a giustificare la revoca del permesso di soggiorno».

Intervistata dal New York Times (che sulla sua pagina Instagram ha pubblicato anche il video dell’arresto) Mahsa Khanbani, avvocata di Ozturk, ha detto che né alla famiglia né a lei sono state fornite indicazioni sulle condizioni della ragazza o informazioni sulla struttura in cui è detenuta. Khanbani ha spiegato che Ozturk è stata prelevata con la forza dagli agenti vicino all’appartamento in cui vive nella cittadina di Somerville, poco distante da Boston. Ozturk in quel momento era in compagnia di alcuni amici con i quali doveva consumare l’Iftar, il pasto serale con il quale si interrompe il digiuno nel mese del Ramadan.

Il presidente della Tufts University, Sunil Kumar, nella notte di martedì 25, ha inviato una mail a studenti e professore dell’ateneo per spiegare l’accaduto. Ha scritto, Kumar, che l’amministrazione universitaria non sapeva nulla di quanto stava per accadere né ha condiviso con le autorità alcuna informazione che avrebbe portato o favorito l’arresto. «Ci rendiamo conto che gli eventi di questa notte siano preoccupanti per i membri della nostra comunità, in particolare per gli studenti stranieri», si legge nella mail di Kumar. Nel tentativo di ricostruire i fatti, i giornalisti hanno iniziato a indagare l’attività universitaria di Ozturk per capire cosa potrebbe aver portato all’arresto. Al momento, l’unica “spiegazione” è la firma che la studentessa, assieme a molti altri colleghi e colleghe, ha apposto su un saggio pubblicato nel numero di marzo del giornale universitario. Nel saggio si invitava la dirigenza dell’università a riconoscere il genocidio palestinese e a interrompere i rapporti con le istituzioni israeliane.

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