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Il Dalai Lama sta per compiere 90 anni e Cina e Tibet già litigano per il suo successore Lui ha detto che il suo successore non nascerà sicuramente in Cina, la Cina lo ha accusato di essere «un manipolatore».
I BTS hanno fatto la reunion, annunciato un nuovo disco e anche un tour mondiale Finita la leva militare, i sette sono tornati a lavoro: in una live hanno annunciato i molti impegni per la seconda metà del 2025 e il 2026.
Il leak del trailer dell’Odissea di Christopher Nolan era ampiamente prevedibile Il piano era di proiettarlo nelle sale americane per tutto il mese di luglio, ma ovviamente qualcuno ne ha fatto un video con lo smartphone.
Le prime immagini della serie di Neuromante le ha fatte vedere William Gibson Lo scrittore ha condiviso su X una breve clip in cui si vede il leggendario bar Chatsubo di Chiba City: «Neuromancer is in production», ha annunciato.
L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto Lo ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.

Storie di campioni

Dal 7 febbraio inizia "Federico Buffa racconta storie di campioni", il nuovo format Sky che porta il giornalista nelle città che hanno segnato la vita e la carriera di grandi calciatori, da Best a Rivera, da Cruyff a Ronaldo.

06 Febbraio 2015

In questo momento, Federico Buffa sta volando a Madeira. Con lui c’è tutta la squadra di Sky che lavora alle sue storie. Stanno andando a girare Cristiano Ronaldo. Madeira, dove Cr7 è nato, poi Lisbona, dove è cresciuto. Sarà la terza puntata della nuova serie di #buffaracconta, diversa dalla prima, quella di Maradona, Weisz, Platini e Jordan: lì c’era un telo nero, Buffa, la sua voce e una grafica che l’accompagnava. È diversa anche dalla seconda, ovvero “storie mondiali”: c’era uno studio, una libreria, un coffee table, poi Buffa, la sua voce, la grafica e un gruppo musicale. Qui siamo in esterna: si viaggia in Europa: Buffa racconta storie di campioni nelle città che li hanno fatti nascere o li hanno visti diventare star, ti porta nelle loro case, sul primo campo in cui hanno giocato, nello stadio che li ha resi grandi, sulla tomba dove riposano. È l’upgrade dello storytelling calcistico, perché mescola la straordinaria capacità di racconto di Buffa alle immagini: un doppio piano di comunicazione che trasforma un esperimento in un programma.

La prima puntata va in onda da Belfast ed è su George Best. Avrebbero potuto scegliere Manchester, perché in fondo Manchester è il luogo che ha fatto da sfondo alla vita e alla carriera di Best. Ma Belfast è la radice, Belfast è il luogo senza il quale non ci sarebbe stata Manchester. E poi Belfast si sente proprietaria di Best, per diritto e per necessità. «Ci sono due cose che gli abitanti di Belfast ricordano della loro città: il Titanic e George Best», dice Buffa. La terza sono i troubles, la guerra civile cattolici-protestanti, quella dell’Ira e degli Unionisti, quella delle bombe e della repressione. Però i troubles non si pubblicizzano: il Titanic e Best sì. «Avete mai visto una città che ha dato il nome del suo aeroporto internazionale a un calciatore? Ce ne è una sola, è questa, e quel giocatore è George Best».

Parole di Buffa. Silenzio e ascoltiamo, perché l’abbiamo già detto una volta, ma lo ripetiamo: se lo sport in Tv diventa cultura ha già vinto. E questo sport è cultura. È la forza delle parole che non sbattono sul dettaglio tecnologico: se c’è l’alta definizione ok, se non c’è è lo stesso. Sei nel terzo millennio, senza perdere nulla del secondo. Undici ha l’orgoglio di ospitare gli articoli che scrive con Carlo Pizzigoni, che delle storie televisive è coautore. Undici condivide lo spirito, le idee, la direzione dello sport raccontato così. Perché non c’è un mezzo prioritario: ci si muove sulla carta in un modo e in Tv in un altro. Ma siamo lì, di nuovo, alla forza delle parole che ti tengono attaccato a una storia.

Amsterdam per raccontare Johan Cruyff; Madeira e Lisbona per Cristiano Ronaldo, Budapest per Ferenc Puskás; Madrid per Alfredo Di Stefano; Milano per Gianni Rivera.

Allora sì, siamo partigiani e siamo tifosi. Questo non è un articolo equilibrato e non vuole esserlo. È il piacere di raccontare l’attesa di un evento che comincia oggi e del quale ci sentiamo partecipi pur senza aver partecipato. Per condivisione, per osmosi culturale. Aspettiamo per goderci uno spettacolo. Aspettiamo per vedere che cosa è cambiato. Perché in questa serie il personaggio calato in un contesto aggiunge elementi al racconto. È un piano narrativo e visivo che spinge Buffa in una dimensione diversa. La staticità delle prime due serie diventa dinamismo. Federico cammina e racconta, si ferma e racconta, guarda e racconta. C’è lo sport che si contamina con ciò che gli sta attorno, seguendo probabilmente la principale qualità che Buffa riconosce a se stesso: «So sovrapporre i contesti. E questo lo devo a mio padre». Significa che una storia non c’è se non guardi che cosa c’è intorno. Lui porta in una partita, in un personaggio tutto quello che sembra fuori e invece è dentro. È l’eredità della vita. È l’eredità dei luoghi. Amsterdam per raccontare Johan Cruyff; Madeira e Lisbona per Cristiano Ronaldo, Budapest per Ferenc Puskás; Madrid per Alfredo Di Stefano; Milano per Gianni Rivera.

Andare a girare i racconti all’esterno è allora un’evoluzione naturale. Inevitabile. L’idea è stata di Federico Ferri, che di tutta l’operazione “Buffa racconta” è l’anima. L’ha voluta, l’ha sostenuta, l’ha coccolata, l’ha alimentata. Oggi dice entusiasta che Sky sostiene a ogni livello il progetto. La parte tecnica, la parte giornalistica, la parte manageriale. C’è un sistema che ci crede. Perché si può fare racconto, perché quando lo riesci a fare il racconto è ancora la modalità espressiva che permette allo sport di essere epica, di essere storia. Di Best un appassionato di calcio sa tutto. Dici: che cosa aggiungerà? Guardatelo e lo scoprirete. La differenza spesso non sta nella quantità di informazioni che hai, ma in come quella quantità di informazioni ti viene donata. Il ritmo, la passione, l’accento su una cosa invece che su un’altra. Per esempio: in Best tutta la parte extracalcistica sarà lo sfondo, non il centro. È il taglio, l’identità. Non esiste una leggenda senza qualcuno che te la racconti a modo suo. Anzi è il modo con cui racconti qualcosa che rende speciale una storia. Qui avremo cinque personaggi conosciuti, noti, per qualcuno scontati. Rimarremo a guardare, a sentire, a capire. Perché la voce fa la differenza, pause comprese.

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Federico Buffa racconta storie di campioni
Sky Sport 1 Hd e Sky Arte Hd

Dal 7 febbraio, ore 23.45 — George Best, Belfast
Dal 21 febbraio, ore 23.30 — Johan Cruyff, Amsterdam
Dal 7 marzo, ore 23.30 — Cristiano Ronaldo, Madeira/Lisbona
Dal 14 marzo, ore 23.30 — Ferenc Puskas, Budapest
Dall’11 aprile, ore 23.30 — Gianni Rivera, Milano
Dal 18 aprile, ore 23.30 — Alfredo Di Stefano, Madrid

Immagini via Sky

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