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Uno sceneggiatore dei Simpson ha raccontato l’origine di alcune famose battute della serie

Esiste una vastissima e approfonditissima aneddotica sui Simpson, un patrimonio di segreti e conoscenze inferiore solo al numero di episodi e stagioni della serie. Un patrimonio al quale in questi giorni lo sceneggiatore – e showrunner, produttore esecutivo, produttore e story editor – Josh Weinstein ha deciso di arricchire condividendo su Twitter l’origine di alcune delle più famose battute della serie. Per esempio: uno dei momenti che tutti i fan dei Simpson ricordano a memoria è l’incontro tra l’allora leader degli Smashing Pumpkins, Billy Corgan, e Homer. Tutto succede nell’episodio intitolato “Homerpalooza”, uno dei più belli nella più che trentennale storia dei Simpson: Corgan va incontro a Homer, appena unitosi all’equivalente simpsoniano del Lollapalooza di Perry Farrell, per presentarsi. Gli tende la mano e in inglese dice «Billy Corgan, Smashing Pumpkins», un saluto al quale Homer risponde con una battuta intraducibile in italiano: «Homer Simpson, smiling politely». Weinstein ha raccontato che nella prima versione della sceneggiatura dell’episodio, al posto di Corgan doveva esserci Courtney Love e lo scambio tra lei e Homer doveva essere: «Courtney Love», «Homer like», altra battuta impossibile da tradurre nella nostra lingua.

Una battuta tra le più famose e amate della storia dei Simpson riguarda un videogioco immaginato dai creatori della serie per l’episodio “Marge non essere orgogliosa”, in cui Bart rischia di rovinare il rapporto con la madre perché, di fronte al rifiuto di lei di comprargli il videogioco Tempesta d’ossa perché troppo violento, lui decide di rubarne una copia dal supermercato locale, solo per poi essere beccato e denunciato dall’addetto alla sicurezza dello stesso. Alla fine dell’episodio madre e figlio si riconciliano, e lei decide di premiare i suoi sforzi per farsi perdonare comprandogli il videogioco che secondo lei è quello che tutti i ragazzini di Springfield desiderano: il titolo originale del videogioco è Lee Carvallo’s Putting Challenge, tradotto in italiano con lo splendido Ammazza che mazza. Weinstein ha raccontato che l’idea dietro il finto videogioco era piuttosto semplice: una sfida tra gli autori della serie a immaginare il videogioco golfistico più noioso possibile. Ancora oggi, però, molti fan credono che Lee Carvallo fosse un golfista piuttosto famoso negli anni Novanta. E invece, come ha detto lo stesso Weinstein a un fan che su Twitter gli chiede chiarimenti in merito, «è inventato pure lui».

Uno dei tweet più interessanti di Weinstein riguarda la tendenza dei fan dei Simpson all’eccesso di analisi. Se è vero che la serie è ricchissima di riferimenti e citazioni alla cultura pop e non solo, come spiega lo stesso Weinstein in una serie di tweet in cui mostra tutte le citazioni dei film Tutti gli uomini del Presidente, Quarto potere e Codice d’onore contenute nell’episodio “Telespalla Bob Roberts” (quello in cui l’arcinemico di Bart diventa sindaco di Springfield per il Partito repubblicano truccando le elezioni), è anche vero che i fan dei Simpson tendono a vedere rimandi oscuri e raffinate citazioni dove spesso non ce ne sono. È il caso di alcune imperfezioni presenti nell’animazione di diversi episodi: colori sbagliati, per esempio. «La gente pensa che abbiamo cambiato i colori di queste scene come una battuta meta-televisiva sulla cattiva animazione. Non è così. Sono errori veri».