Hype ↓
18:46 mercoledì 26 novembre 2025
L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
Anche quest’anno in Russia è uscito il calendario ufficiale di Vladimir Putin Anche nel 2026 i russi potranno lasciarsi ispirare dalle foto e dalle riflessioni del loro presidente, contenute nel suo calendario
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine Il libro dell’ex presidente francese sulla sua carcerazione lampo a La Santé ha già trovato un editore e verrà presto pubblicato.
Nel primo teaser del nuovo Scrubs c’è la reunion di (quasi) tutto il cast originale J.D., Turk, Elliot e anche il dottor Cox al Sacro cuore dopo 15 anni, invecchiati e alle prese con una nuova generazione di medici. Ma c'è una grave assenza che i fan stanno già sottolineando.
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».
La nuova funzione di geolocalizzazione di X si sta rivelando un serio problema per i politici Non è facile spiegare come mai i più entusiasti sostenitori di Donald Trump postino dall'India o dalla Nigeria, per esempio.
Gli Oasis hanno detto che adesso che il reunion tour è finito si prenderanno una pausa di riflessione Ovviamente, sono già partite le indiscrezioni: si separano di nuovo? Faranno un nuovo tour? Stanno lavorando a un nuovo album?
Il Grande Museo Egizio di Giza ha appena aperto ma ha già un grave problema di overtourism A nulla è servito il limite di 20 mila biglietti disponibili al giorno: i turisti sono già troppi e il Museo adesso deve trovare una soluzione.

Se Henry non è il principe Uk

16 Maggio 2011

Lo guardi e sembra che la barba che porta sia stata una gran fatica. Ce ne ha messo di tempo, eppure non è ancora una barba convincente. È più una sparuta peluria lasciata libera che cresce con poca convinzione, ma su quella faccia da ragazzino, nato nel 1990, ci sono tutti i segni di un buon californiano. Lentiggini che strapazzano il naso appena escono onde buone e sole settembrino, camicie da sbarbato (ops) cresciuto nella Venice Beach para artistoide più che sui set del padre Dennis. Insomma il nuovo figlio di papà del cinema Usa arriva a Cannes  senza avere una gran preview alle spalle. Anche se a portarlo sulla Croisette è Gus Van Sant che l’ha scelto come attore protagonista di Restless.

Hopper Junior. Trascinato in Costa Azzurra si è preso il ruolo che ogni anno spetta a qualche rampollo: quello di figlio di papà -del settore- che si inventa attore e lancia la propria carriera. In “manifestazioni” senza mamma e papà che rubano la scena. Di solito il Festival di Cannes era zona occupata da Charlotte Gainsbourg, l’unica che con passaporto parigino poteva permettersi di attraversare le sale delle proiezioni con cognome ingombrante, mamma perennemente più bella e brava di lei, e soprattutto, look da cous cous a Belleville.   La scarsa attitudine da red carpet quest’anno è la carta utilizzata anche da Hopper Junior,  che forse per l’occasione lascia a casa i camicioni di flanella richiesti anche da copione (visto che Restless è ambientato nel paradiso del checckato, Portland). 

Nel (non) nome del padre 1. Ossessionato da William Blake, che un giorno porterà in scena, Henry digerisce benissimo l’autore a qualsiasi ora del giorno e della notte e lo preferisce anche a “parco macchine” versione opere d’arte che il padre è riuscito a collezionare in una vita, tanto da avere una delle collezioni di opere d’arte più grandi degli States. Premesso questo lato oscuro-mistico, Henry Hopper è stato definito timido “il giusto” nel presentare un emo-movie dedicato al padre, senza troppo noir &sublime.  A dedicarlo in primis è Gus Van Sant che ha ammesso di aver scelto l’Hopper Jr perché  «quando l’ho visto è stato come un flashback». E in effetti Henry ha tutti i dettagli aguzzi e fastidiosi di suo padre ne Il gigante, gli stessi per cui James Dean passava per bello mentre Hopper per il manovale adolescente. 

Nel (non) nome del padre 2. Timido  sì, ma furbo senza negarlo: conscio che a L.A. può spacciarsi ben poco in Europa arriva con le intenzioni migliori: low profile, umiltà, poca amarcord sugli affari di famiglia (mentre la Charlotte, non ce ne voglia ma le ha tutte, anche l’essere timida da vergognarsi ma omaggiare il padre ogni piè sospinto con canzoni riarrangiate da altri piccoli yankee).  E soprattutto non fa il super hero: debutta da adolescente (nel cinema) interpretando un adolescente, quindi il suo corpo un po’ asciutto e nervoso che non sa dove andare a parare (braccia lunghe/collo lungo) improvvisamente diventa la materia più adatta per Cannes, visto che, escluso Elio Germano,  da anni in Croisette non passavano attori acerbi, anche nei modi.

Vuoi essere Duncan Jones? Post Festival il ventunenne losangelino avrà altre vesti da procacciarsi. Quelle del ragazzino innamorato della ex Alice (in 3d di Tim Burton) gli salveranno la stagione ma poi i melodrammi finiscono e se sei acqua e sapone puoi convertire la cosa e diventare l’ennesimo River Phoneix, oppure come da confessioni dello stesso Henry, salire su una montagnetta e guardare Santa Monica che brucia al sole stile Devendra Banhart. Ma la verità è che il figlio di papà che se la cava meglio di tutti loro rimane Duncan Jones, che di barba ne ha di più (anche di anni, vero) e che soprattutto aveva preso le distanze con papà, David Bowie,  con un film, Moon: ironia dell’uomo nello spazio raccontata a Ziggy Stardust. Henry ama Bowie, salvo citarne i brani più oscuri come Quicksand. Forse per stare al sicuro Hopper Junior dovrebbe farsi scritturare nel prossimo film di Duncan. E imparare a farsi la barba una volta per tutte.

Articoli Suggeriti
Social Media Manager

Leggi anche ↓
Social Media Manager

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.