Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
Salvatore Arancio
Il quarto portfolio che ospitiamo, un artista catanese trapiantato a Londra
Salvatore Arancio è nato a Catania nel 1974. Vive e lavora a Londra. Ha studiato Fotografia al Royal College of Art di Londra. Le sue mostre recenti includono: An Arrangement of the Materials Ejected, Spacex, UK, 2011; To See an Object to See a Light, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene d’Alba, Italy, 2011; Shasta, Federica Schiavo Gallery, Roma; “Sentinel – PPS//Meetings#4”, Palazzo Riso – Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, Palermo, 2011; “SI-Sindrome Italiana”, Le Magasin – Centre National d’Art contemporain de Grenoble, Francia, 2010; “Catastrophe? Quelle Catastrophe!” Manif d’Art 5, The Quebec City Biennial, Engramme, Quebec City, Canada, 2010; “An Account of the Composition of the Earth’s Crust: Dirt Cones and Lava Bombs”, Frame, Frieze Art Fair, Londra, UK, 2010; Prague Biennale 4, Karlin Hall, Praga, Repubblica Ceca, 2009; “I giovani che visitano le nostre rovine non vi vedono che uno stile”, GAM-Galleria d’Arte Moderna, Torino, 2009. Arancio ha vinto il premio The Elephant Trust, Londra e la Art Omi Residency, New York, nel 2011, il Premio ‘New York’ nel 2009 ed è stato selezionato per Sundaymorning@EKWC European Ceramic WorkCentre Artist Residency, The Netherlands (forthcoming); Wysing Arts Center Artist Residency, Cambridge, UK e per Artist Residency and Ceramic Workshop, Museo Carlo Zauli, Faenza nel 2012; per il Bloomberg New Contemporaries nel 2006.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.