Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Due grandi librerie israeliane stanno boicottando Sally Rooney
Steimatzki e Tzomet Sfarim, due delle più grandi catene di librerie israeliane, hanno deciso di smettere di vendere i romanzi di Sally Rooney dopo che l’autrice irlandese aveva rifiutato l’offerta di una casa editrice locale di tradurre il suo nuovo libro in ebraico. La scelta di Rooney di non pubblicare la traduzione di Beautiful World, Where Are You con l’editore Modan, che si era già occupato di Parlarne tra amici e Persone normali, era stato un simbolo del sostegno alle manovre di boicottaggio di Israele, aderendo al Palestinian Boycott, Divestment and Sanctions (BDS) movement e condannando le politiche israeliane nei confronti dei palestinesi. Un segnale chiaro da parte delle due grandi librerie, che hanno più di 200 punti vendita nel paese, non è tardato: come riporta la Bbc, ieri sono stati ritirati dai siti online i titoli della scrittrice, mentre a breve scompariranno dagli scaffali anche i volumi.
Nonostante si ritenesse «molto orgogliosa» che le sue due prime fatiche fossero state tradotte in ebraico, aveva dichiarato al New York Times: «Per il momento, ho scelto di non vendere questi diritti di traduzione a una casa editrice con sede in Israele», mentre sarebbe ben disposta a far tradurre il libro a una società che condividesse la sua visione. Aveva anche definito l’atteggiamento israeliano come un «apartheid», citando un recente rapporto di Human Rights Watch e rifiutandosi di cedere i diritti a un’azienda che non prendesse pubblicamente le distanze dalle posizioni del Paese. Le dichiarazioni hanno scatenato l’ira del ministro degli Affari della Diaspora Nachman Shai, che con un tweet aveva commentato: «Il boicottaggio culturale di Israele è antisemitismo in una nuova veste, oltre che una garanzia di cattiva condotta per lei e per gli altri che si comportano come lei».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.