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C’è un nuovo problema con l’Odissea di Nolan: l’accento americano degli attori Nel primo teaser del film Tom Holland e gli altri attori utilizzano una marcata cadenza americana, particolare che ha indispettito molti fan.
Le acque del mar Mediterraneo ormai sono così calde che nelle mappe satellitari appaiono arancioni L’agenzia spaziale europea ha pubblicato delle mappe impressionanti in cui si vede che in certe zone la temperatura dell'acqua arriva quasi a 30 gradi.
La Grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino, aprirà la Mostra del cinema di Venezia Protagonisti Toni Servillo e Anna Ferzetti, il film sarà in concorso e punterà a vincere il Leone d'Oro.
È morto Michael Madsen, uno degli ultimi cattivi di Hollywood Stroncato da un infarto a 67 anni, è ricordato dal pubblico soprattutto per i cattivi interpretati nell’universo tarantiniano.
Andrea Bajani ha vinto il Premio Strega 2025 con L’anniversario Feltrinelli torna alla vittoria 20 anni dopo l'ultima volta.
La Bbc non ha voluto trasmettere un documentario sui crimini dell’Idf contro i medici di Gaza Documentario che la stessa Bbc aveva commissionato. Si intitola Gaza: Doctors Under Attack e alla fine è andato in onda su Channel 4, tra le polemiche.
Per vincere le elezioni adesso Marine Le Pen punta sull’aria condizionata per tutti Una proposta che ha acceso il dibattito politico, in uno dei Paesi, la Francia, meno climatizzati d'Europa.
Luca Guadagnino sta cercando delle comparse molto specifiche per il misterioso film che girerà quest’estate in Piemonte Se avete la carnagione molto chiara o siete amanti di videogiochi, potrebbe essere la grande occasione per esordire al cinema.

Quanto tempo ci vorrà perché un robot vinca un Pulitzer?

28 Settembre 2016

I robot vinceranno un premio Pulitzer in futuro. Parola di Kris Hammond, fondatore di Narrative Science, un’azienda che ha creato dei programmi in grado di trasformare dei dati complessi in un testo comprensibile da chiunque. Hammond, in realtà, aveva sentenziato così nel 2011 sul New York Times, e aveva stimato che sarebbe accaduto entro cinque anni. Non è successo, ma è stato uno spunto di riflessione per Abi Inman, che su Literary Hub ha spiegato come e dove i robot hanno sorpassato gli esseri umani.

Ad esempio, Janus Node è un robot che crea poesie. Il suo ideatore è Chris Westbury, neuropsicologo e autore, che ha raccontato come funziona il sistema: «Inizia una poesia con una frase modello e usa dei gruppi di parole per completarla. Sembra semplice, ma in realtà può complicarsi velocemente. Le regole che utilizza per riempire il template richiamano altre regole, che a loro volta ne richiamano altre: è basato su metodi di calcolo, e può portare a una scrittura piuttosto complessa». Janus, conosciuto anche come McPoet, ha anche un account Twitter che ogni giorno posta frasi generate dal computer.

robot

I robot, però, hanno soprattutto risvolti pratici: Inman ricorda di quando un terremoto ha colpito Los Angeles nel marzo 2014: il Los Angeles Times fu il primo a dare la notizia pochissimi minuti dopo, sfruttando l’algoritmo QuakeBot che aveva preso i dati della U.S Geological Survey e li aveva inseriti all’interno di un template pronto per essere pubblicato. Lo stesso anno, un ricercatore svedese chiese a dei soggetti di leggere un articolo scritto da un robot e uno scritto da un giornalista. Venne fuori che quello scritto dall’essere umano era più “piacevole alla lettura”, mentre quello del robot era più oggettivo e informativo.

Che i robot affianchino, o addirittura superino, le persone non è cosa nuova: è successo in vari campi e mansioni, ed è normale che vada di pari passo alla paura di perdere il lavoro o di venire controllati dalle macchine, come Io, Robot e Willy Wonka insegnano. D’altra parte, lo diceva già Calvino nel 1967, quando in Una pietra sopra esplorava il ruolo dei robot nella letteratura: «I cervelli elettronici, nonostante siano lontani dal produrre tutte le funzioni del cervello umano, sono comunque in grado di fornirci un modello teorico convincente per i più complessi processi della nostra memoria, le nostre associazioni mentali, la nostra immaginazione, la nostra coscienza».

In conclusione, però, per Inman i robot fanno un lavoro opposto a quello dell’uomo, o meglio, a quello di uno scrittore: se scrivere significa riorganizzare le nostre esperienze disordinate ed estrarre dei significati, gli algoritmi fanno tutt’altro, riducendo in semplici fatti pensieri e vissuti umani.

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