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“Prima il dovere poi il piacere” è una cagata pazzesca

Prima il dovere, poi il piacere, recita il proverbio. L’idea dietro a questo adagio è che rimandare un’attività gradevole anteponendole una “obbligatoria” e meno appagante non aiuta soltanto a completare la lista delle cose da fare, ma anche ad apprezzare i piaceri: una birra ha un sapore migliore quando celebra un traguardo ottenuto, una serata trascorsa spaparanzati a fare bingwatching di serie è ancora più appagante, quando il riposo è ben meritato dopo una giornata di lavoro. Peccato però che si tratti di un assunto completamente sbagliato. Un recente studio pubblicato dalla rivista Psychological Science sembrerebbe infatti dimostrare che nulla rende il piacere più gradevole solo per il fatto che arrivi dopo il dovere.

La ricerca, che è stata raccontata in un articolo divulgativo del New York, consisteva in una serie di esperimenti che consistevano nell’osservare le reazioni dei partecipanti a delle attività gradevoli a seconda che si svolgessero prima o dopo un impegno: per esempio, ad alcuni studenti era stata offerta la possibilità di godersi un massaggio prima un esame, oppure subito dopo. Risultato: non si nota alcuna differenza tra il piacere che arriva dopo il dovere e quello che arriva prima. Qualcuno potrebbe obiettare che, ok, anteporre il dovere non aumenta il piacere, però questo non cambia la validità del proverbio, perché se non altro, quando si mette davanti il dovere, questo ci aiuta a portare avanti i nostri compiti senza dimenticarcene.

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Tuttavia l’autore dello studio Ed O’Brien, un docente della Chicago Booth School of Business, ha un’altra opinione. In un commento uscito sulla Harvard Business Review, infatti, spiega che la sua ricerca si somma ad altre che, in precedenza, hanno già dimostrato quanto le persone lavorino meglio, quando sono felici e appagate. Dunque ne consegue che è meglio anteporre il piacere al dovere: «Tra le altre cose, lo svago migliora il nostro lavoro. La gente lavora meglio ed è più soddisfatta del proprio lavoro quando rientra da una vacanza», fa notare. Per poi aggiungere: «Se uno segue l’intuito di posporre il piacere, si finisce per non godere mai della possibilità di godersela, visto che c’è sempre del lavoro da fare, e così si finisce per vivere male il lavoro».

Nelle immagini: Spiaggia di Brighton, luglio 2014 (Carl Court/AFP/Getty Images)