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16:58 mercoledì 2 luglio 2025
Il leak del trailer dell’Odissea di Christopher Nolan era ampiamente prevedibile Il piano era di proiettarlo nelle sale americane per tutto il mese di luglio, ma ovviamente qualcuno ne ha fatto un video con lo smartphone.
Le prime immagini della serie di Neuromante le ha fatte vedere William Gibson Lo scrittore ha condiviso su X una breve clip in cui si vede il leggendario bar Chatsubo di Chiba City: «Neuromancer is in production», ha annunciato.
L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto Lo ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.
Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.
A Bologna hanno istituito dei “rifugi climatici” per aiutare le persone ad affrontare il caldo E a Napoli un ospedale ha organizzato percorsi dedicati ai ricoveri per colpi di calore. La crisi climatica è una problema amministrativo e sanitario, ormai.

Perché “The Wire” ci piace da matti

23 Aprile 2012

Scritta da David Simon ed Ed Burns, The Wire è universalmente riconosciuta come una delle serie televisive più riuscite della storia della televisione. Caratterizzata da una trama intricata in cui la lotta al traffico di droga a Baltimora si unisce al mondo della politica, è durata sei stagioni (dal 2002 al 2008, trasmessa negli Usa da HBO) sviluppando una storia lunga e contorta che va dalla criminalità di strada alla corruzione politica.

Erlend Lavik, lavora all’università di Bergen, in Norvegia. È uno dei milioni di cuori infranti dalla fine della serie che però ha deciso di utilizzare le sue conoscenza (è specializzato in media e scienze dell’informazione) producendo un documentario di circa 30 minuti in cui ha cercato di spiegare nel dettaglio perché The Wire sia riuscito a imporre nuovi standard qualitativi alla produzione televisiva. Come è diventato un fenomeno culturale di tale portata? Non è stato “solo” grazie alla trama, ai dialoghi, alla costruzione dei personaggi. Nel successo del prodotto, c’entra anche la luce, i tipi di riprese che sono state utilizzate, la regia e la fotografia.

Tutti particolari che Lavik ha analizzato e approfondito nel suo studio, da cui è nato Style in The Wire, che proponiamo di seguito. Dura quasi mezz’ora ma ne vale la pena, se non altro per rivedere Jimmy McNulty e compagnia bella.

 

Style in The Wire from Erlend Lavik on Vimeo.

(via Fast Co.Create)

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