Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Cosa rende l’odore dei vecchi libri così piacevole?
Di come i libri hanno sconfitto il Kindle avevamo già parlato nel 2017. Due anni fa, l’oggetto che avrebbe dovuto rivoluzionare il nostro modo di leggere compiva 10 anni. Secondo le previsioni che ne accompagnarono l’arrivo sul mercato, gli e-book reader avrebbero dovuto far sparire i libri di carta. Non è successo: centinaia di volumi, pesanti, ingombranti, colorati, continuano ad affollare le nostre librerie. Ogni volta che si parla delle caratteristiche positive dei libri digitalizzati (ad esempio, la possibilità di acquistare centinaia di titoli senza temere futuri traslochi, o la comodità di potersi portare in viaggio grossi mattoni senza appesantire i bagagli) arriva qualcuno che decanta i vari piaceri sensoriali della lettura analogica: dal gesto di voltare le pagine alle sottolineature a matita, dalle dediche scritte a mano alle orecchie, fino al profumo emanato dalla carta, da quella dei libri “appena nati” a quella dei volumi più antichi.
Designtaxi ha riportato uno studio condotto dai ricercatori dell’University College di Londra che svela di cosa è composto il profumo dei libri antichi, la cui ineffabilità, secondo Mikelle Leow, autrice dell’articolo, è paragonabile a quella dell’odore «degli ascensori degli hotel e dei giorni di pioggia». Nel 2017 la studentessa Cecilia Bembibre e la sua tutor Matija Strlič (Institute for Sustainable Heritage della UCL), hanno chiesto ai visitatori della biblioteca della Cattedrale di St. Paul a Londra descrivere che odore aveva la stanza scegliendo tra quattro aggettivi: legnoso, fumoso, terroso, vaniglia. Tutti hanno affermato che la stanza aveva un odore legnoso, l’86 per cento ha aggiunto l’aggettivo fumoso, il 71 percento ha scelto terroso e solo il 41 percento ha ricordato la vaniglia.
The 15 compounds that make up the smell of old books.https://t.co/G8DoTY6gOu pic.twitter.com/RX4uD3CUmE
— Present & Correct (@presentcorrect) September 23, 2019
Dopo questo primo esperimento Bembibre e Strlič hanno deciso di condurre un’indagine scientifica. Hanno inserito i singoli libri in sacchetti di plastica puliti con spugne di carbonio per assorbire i loro composti organici volatili (COV) e intrappolare così le molecole profumate. Il risultato è un elenco di 15 composti che contribuiscono a creare l’odore dei libri antichi, tra cui benzaldeide (mandorla e zucchero bruciato), l’acido acetico (odore aspro), esanale (sego, erba) e furfurale (pane, dolciumi). Le candele, gli incensi e i profumi ispirati all’aroma della carta esistono già, ma grazie alla formula di Bembibre e Strlič potrebbe essere possibile renderli ancora più simili all’essenza originale.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.