Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
#OccupyWallStreet, analisi di una contraddizione hi-tech
Segnaliamo una lettura interessante su #OccupyWallStreet (a proposito, chi se le fosse perse può guardare le foto scattate per noi a Zuccotti Park da Lele Saveri). Qualcuno forse ricorderà i fischi rivolti dai manifestanti ai Ceo delle grandi corporations e qualcuno forse ricorderà anche che, dopo l’annuncio della scomparsa di Steve Jobs, alcuni di quei manifestanti avevano organizzato commemorazioni in suo onore. Domanda: ma come, la Apple non è una corporation? (e pure una bella grossa…)
Su questa contraddizione si è interrogato il CSMonitor, quotidiano basato a Boston, sentendo opinioni di attivisti ed esperti. Ecco l’analisi di R. Luke Dubois, docente di integrated digital media presso il Polytechnic Institute della NYU:
Da un lato la gente manifesta contro l’avidità delle corporazioni, dall’altro lo fanno attraverso un iPad, che proviene da una compagnia che viaggia sui 400 dollari per azione.
La spiegazione, sostiene Dubois, è poco politica e molto generazionale
La generazione di Occupy Wall Street è giovane quanto basta per non avere mai vissuto senza [Steve Jobs]. Era questa figura strana, onnipresente e benevola.
Teoria interessante. Anche se, come è stato già fatto notare dallo stesso giornale che ha intervistato il prof Dubois, Zuccotti Park si sta riempiendo anche di nonni.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.