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I numeri che riassumono i cambiamenti della Cina

Il tasso di crescita del numero delle infrastrutture cinesi è quantomeno impressionante: dati dall’International Cement Review mostrano come in un solo triennio (2011-2013) la Cina abbia utilizzato circa due milioni di tonnellate di cemento in più di quanto fatto dagli Stati Uniti in un secolo (1900-1999, boom economici inclusi).

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A evidenziarlo è la Bbc che, in occasione della visita alla Casa Bianca del presidente cinese del prossimo venerdì, ha elencato alcuni dei numeri che simboleggiano i cambiamenti avvenuti in Cina. L’idea è quella di dimostrare, attraverso dati misurati, un tesi conosciuta, ossia che la Cina è diventata una superpotenza in un lasso di tempo incredibilmente breve.

L’evoluzione, economica e tecnologica, cinese è stata accompagnata da un massiccio processo di urbanizzazione, che ha portato alla nascita di 106 centri urbani con oltre un milione di abitanti. Più del doppio di quelli europei.

Non tutti gli edifici costruiti sono occupati. Sempre secondo la Bbc, nel 2012 c’erano oltre 100 mila uffici nuovi e abbandonati a se stessi, e anche il numero di “città fantasma” è cresciuto.
A fare le spese di questo processo è, tra le altre cose, la qualità dell’aria: solo 8 città su 74 hanno passato l’ultimo test per gli standard di inquinamento, mentre i dati raccolti dall’ambasciata americana a Pechino hanno mostrato come in circa il 49% dei giorni del periodo compreso tra il 2008 e il 2015 l’aria di Pechino sia stata misurata come “unhealthy”.

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Infine, l’urbanizzazione ha lasciato i segni anche nell’uguaglianza sociale, dove lo spread tra reddito pro-capite delle zone rurali e urbane è andato via via aumentando dal 1990.

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