Industry | Moda

Come si racconta la moda in tv?

Soprattutto con i reality: ora Netflix e Prime Video stanno per debuttare con due nuovi programmi ispirati a Project Runway.

di Federica Salto

Naomi Campbell in Making The Cut, dal 27 marzo su Amazon Prime Video

Quell’auf Wiedersehen pronunciato da Heidi Klum per salutare l’eliminato della puntata e i crucci di Tim Gunn davanti all’incapacità dei concorrenti di stare nei tempi della gara non potevano finire nel dimenticatoio. Ecco allora che, a due anni dall’uscita delle due star da Project Runway, il format dei reality game sulla moda torna in tv. Anzi, in streaming. Il 29 gennaio debutta su Netflix Next In Fashion. Il partner commerciale è Net-a-Porter: in palio 250,000 euro e la possibilità di vendere sull’e-commerce la collezione di debutto. A condurre Alexa Chung, già itgirl con 340,000 follower iscritti al suo account Youtube e stilista, e Tan France, star di un altro prodotto Netflix, Queer Eye. I due saranno affiancati da Elizabeth von der Goltz, global buying director di Net-a-porter, Eva Chen, fashion director di Instagram, ed Elizabeth Stewart, celebrity stylist.

Su Amazon Prime Video arriva invece Making The Cut, il prossimo 27 marzo. Protagonisti proprio Klum e Gunn, in un format che rimane sostanzialmente invariato rispetto a quello di Project Runway: la conduttrice e il mentore, accompagnati da una giuria che comprende Naomi Campbell, Carine Roitfeld e Chiara Ferragni, guideranno gli aspiranti designer verso il premio da 1 milione di dollari e la possibilità di creare una collezione che sarà venduta tramite il partner (Amazon, ovviamente). Project Runway ha debuttato su Bravo nel 2004. Oggi va in onda la sua diciottesima stagione, condotta da Karlie Kloss, con bassi ascolti e dubbi per il futuro. Ma nel suo periodo migliore ha avuto il grande pregio di spiegare i meccanismi delle professioni della moda – quella del designer, sì, ma anche della modella e dello stylist – al grande pubblico, prima che YouTube e Instagram abbattessero ogni barriera dell’ex settore elitario per eccellenza. Semplificandoli, certo, ma rendendoli così fruibili al grande pubblico. Il negozio di tessuti Mood Fabrics, in un ex quartiere anonimo di Manhattan, oggi Hudson Yards, è diventato mecca per ogni aspirante stilista, mentre le “unconventional challenges” hanno creato il culto del riciclo prima che la sostenibilità diventasse rilevante nel design.

Tan France e Alexa Chung con un concorrente di Next In Fashion, dal 29 gennaio su Netflix

Di tutti i designer passati da quello studio un solo nome è diventato davvero internazionale, quello di Christian Siriano (ma sono tanti quelli che hanno dato vita a progetti più commerciali, come la linea di abiti da sposa di Leanne Marshall). Presenza fissa della New York Fashion Week, Siriano è uno dei rappresentanti del prêt-à-porter americano contemporaneo, che ha puntato sin da subito sull’inclusività e della body positivity per ritagliarsi il suo spazio nel mondo delle celebrity e, di conseguenza, sul red carpet: tra i suoi clienti ci sono infatti Billy Porter, Laverne Cox e Ashley Graham. E oggi è anche mentore all’interno del programma che ha lanciato la sua carriera.

Di pari passo al successo di Project Runway corre quello di America’s Next Top Model, creato e condotto da Tyra Banks, chiuso nel 2018 (ma Tyra sta per aprire un parco a tema in California, ModelLand). E diventato ancora più iconico. Grazie ai molti momenti di intrattenimento tra makeover con immancabili pianti isterici (diventati ben presto meme iconici), go-see in città sconosciute con altrettanto immancabili esaurimenti nervosi e liti tra post adolescenti. Ma anche grazie alla collaborazione con realtà e professionisti rilevanti del settore (CoverGirl è stato il principale sponsor beauty e il Vogue Italia di Franca Sozzani ha dato più volte spazio alle vincitrici). E all’effettivo successo di alcune aspiranti modelle passate di lì. Su tutte, Winnie Harlow, la modella con la vitiligine arrivata sesta nella 24esima stagione, ma anche Leila Goldkhul e Kyla Sorad che sfilano regolarmente per il prêt-à-porter. Soprattutto, ANTM è stato un precursore sul tema dell’inclusività in passerella. Particolarmente sul colore della pelle (e a un livello a cui la moda non è ancora arrivata), abbastanza sulle taglie, con qualche polemica quando si è cominciato a sbandierarlo, ma non solo. Tra i volti e i corpi più memorabili quello di Ann Ward, alta 188 cm, Isis King, transgender, Nyle DiMarco, sordo dalla nascita, e Erin Green, che quando ha partecipato aveva 43 anni.

Anche l’Italia ha avuto le sua fetta di reality game a tema moda. Ma nel Paese dove Masterchef regna incontrastato è andata in onda una sola stagione di Project Runway (condotta da Eva Herzigova, con Ildo Damiano mentore e Alberta Ferretti e Tomaso Trussardi come giudici) e quattro di Italia’s Next Top Model (condotta da Natasha Stefanenko, con il modello Michael Giannini, la giornalista Giusi Ferré e il fotografo Ciro Zizzo). Sul tema della moda la tv nostrana ha raccontato meglio le storie di riscatto personale, come quella classica della mamma indaffarata che ricorre all’aiuto dell’Enzo Miccio di turno (prima fu Buccia di Banana, poi Ma come ti vesti?!, ora Mix&Match) per rifarsi il look e sentirsi finalmente gratificata dal proprio aspetto.

Tornando ai due nuovi programmi in arrivo, una cosa è certa: molto è stato fatto e detto. In un mondo in cui anche il marchio più esclusivo mostra al grande pubblico come nascono i suoi vestiti e la vita delle modelle è in diretta Instagram 24 ore su 24, il format in sé suona forse antiquato. Solo raccontando le nuove sfaccettature del sistema, per esempio le decine di professioni che oggi girano attorno a quella del direttore creativo, e possibilmente con un linguaggio contemporaneo, Making The Cut e Next In Fashion potranno rinnovare un genere altrimenti sorpassato.