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00:19 giovedì 11 settembre 2025
È uscito il primo trailer di Nouvelle Vague, il film in cui Richard Linklater racconta Jean-Luc Godard che gira Fino all’ultimo respiro E che potremo vedere in streaming su Netflix, dove sarà disponibile dal 14 novembre.
Il biopic di Giorgio Armani è già in lavorazione  S’intitola Armani – The King Of Fashion ed è in lavorazione già da mesi, non si sa se con il benestare della famiglia o no.
OpenAI vuole portare il suo primo film animato fatto tutto con l’intelligenza artificiale al prossimo Festival di Cannes Si intitola Critterz, è già in corso di realizzazione, ma il progetto di presentarlo a Cannes appare molto difficile.
Dopo due anni di prove, EssilorLuxottica ha deciso di introdurre la settimana lavorativa corta Le sperimentazioni fatte fin qui hanno dato ottimi risultati, e ora l'azienda sembra intenzionata a cambiare definitivamente modello di produzione
La vita e la carriera del giovane Gigi D’Alessio diventeranno un film Il biopic si intitolerà Solo se canti tu e a interpretare D'Alessio sarà Matteo Paolillo, meglio noto come Edoardo Conte di Mare fuori.
Migliaia di registi, attori, sceneggiatori e lavoratori del cinema hanno firmato un appello per boicottare l’industria cinematografica israeliana Tra questi anche Yorgos Lanthimos, Olivia Colman, Tilda Swinton, Javier Bardem, Ayo Edebiri, Riz Ahmed e Josh O’Connor.
Il tentativo del governo nepalese di vietare i social è finito con 19 morti, le dimissioni del Presidente del Consiglio e il Parlamento in fiamme In 48 ore il Paese è piombato nel caos, il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a chiedere pure scusa.
Una giornalista italiana ha scatenato un putiferio per non aver coinvolto Ayo Edebiri in una domanda su MeToo e Black Lives Matter Argomenti sui quali ha preferito interpellare Julia Roberts e Andrew Garfield, gli altri due protagonisti di questa intervista a tre fatta durante la Mostra del cinema di Venezia.

Come le New Balance sono diventate scarpe “trumpiane”

11 Novembre 2016

All’indomani della vittoria elettorale di Donald Trump, tra i liberal inconsolabili c’è stato chi è sceso in strada a protestare e chi ha detto “vado in Canada”. Poi c’è chi ha dato fuoco a un paio di New Balance. Il marchio di sneakers è infatti percepito da alcuni come un brand “trumpiano” e il risultato è che la società è oggetto di una campagna di attacchi sui social media da parte di democratici delusi.

La faccenda è iniziata quando un rappresentante della società è stato intervistato dal Wall Street Journal per un pezzo sugli accordi di libero scambio, che di fatto abbassano le tasse sulle importazioni, perseguiti dall’amministrazione Obama. New Balance mantiene fabbriche negli Usa, cosa di cui fa motivo d’orgoglio, e dunque si oppone agli accordi, che, sostiene, favorirebbero i suoi concorrenti che producono in Paesi con manodopera a basso costo.

La società ha criticato l’amministrazione Obama per avere dimenticato i lavoratori americani con la sua politica pro-globalizzazione. Inoltre ha detto che Trump, che in campagna elettorale ha fatto dichiarazioni contro il mercato globale, «va nella direzione giusta». Le dichiarazioni sono state twittate dalla giornalista Sara Germano e poi riprese da SoleCollector, un sito di nicchia specializzato in calzature sportive, che ha dichiarato: «New Balance è la prima società d’abbigliamento a sostenere apertamente Trump».

Da lì, il messaggio passato è che il brand è “pro-Trump” e la notizia è diventata virale. In un articolo su BuzzFeed, un portavoce della compagnia ha specificato che non hanno alcuna posizione ufficiale sul futuro presidente: i commenti erano riferiti allo specifico degli accordi. Sempre il Wall Street Journal ha definito la società «la prima compagnia a soffrire del backlash anti-Trump». Al di là della campagna negativa sui social, resta tutto da vedere se l’incidente avrà ripercussioni economiche.

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