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Anche Musk è incazzato con Soros

Nelle ultime 48 ore George Soros è stato piuttosto impegnato. Innanzitutto, è stato costretto a smentire delle voci, circolate negli scorsi giorni, che lo volevano moribondo a causa di un infarto. «Queste indiscrezioni sono completamente false. Sono vivo e sto bene», si legge in un tweet pubblicato sul suo profilo ufficiale nel primo pomeriggio del 15 maggio. Dopo aver scoperto che c’era chi lo dava quasi per morto, Soros ha scoperto anche che c’è chi lo considera un agente del caos, un angelo della distruzione, un araldo dell’apocalisse: «Vuole distruggere la civiltà. Soros odia l’umanità». Autore di questo ritratto: Elon Musk, che per ragioni ancora da chiarire ha deciso di prendersela con Soros, arrivando a paragonarlo a Magneto, il capo della Confraternita dei mutanti malvagi degli X-Men.

Nei tweet con i quali accosta Soros a uno dei più noti e potenti supervillain della storia del fumetto supereroistico, Musk non spiega le ragioni della sua furia. Una ricostruzione dei fatti ha provato a farla El Pais: all’origine di tutto ci sarebbe, a quanto pare, la decisione di Soros e del fondo d’investimento di cui è capo di vendere le azioni Tesla in suo possesso. Vendita che per il finanziere si è rivelata una decisione azzeccatissima: le azioni sarebbero state cedute alla fine del primo trimestre del 2023, in un momento in cui il loro prezzo era aumentato del 55 per cento rispetto all’inizio dell’anno. Ovviamente Soros – che di mestiere fa esattamente questo: comprare e vendere azioni di società – non ha ceduto solo stock Tesla. Al termine dello stesso trimestre il portfolio del suo fondo si è alleggerito anche di titoli Amazon e Alphabet (la parent company di Google), ma né Jeff Bezos né Sundar Pichai sono andati su Twitter a paragonare Soros al Generale Zodd o a Thanos.

Un utente ha provato – inutilmente – a ricondurre Musk a più miti consigli, spiegandogli che non condividere le strategie finanziarie che Soros decide per le sue aziende non lo rende automaticamente nemico pubblico numero uno. «Soros viene attaccato in continuazione anche quando agisce con le migliori intenzioni», ha scritto Brian Krassenstein (che ha anche ricordato a Musk l’unica cosa che Magneto e Soros hanno davvero in comune: sono entrambi ebrei sopravvissuti alla Shoah). Ed è vero: in questi anni, d’altronde, Soros è diventato uno dei grandi spauracchi di praticamente tutte le narrative complottiste del mondo, accusato di essere l’uomo che tiene le fila delle più oscure trame volte a distruggere l’umanità. Musk, al solito convinto delle sue ragioni, ha risposto al tweet di Krassenstein dicendo che: «Dai per scontato che abbia buone ragioni. Non ne ha». Alla richiesta del suo interlocutore di fornire delle prove alla base di questa affermazione, Musk ha deciso di non fornire risposta e di interrompere lì lo scambio. Ha trovato però il tempo e la voglia di rispondere a un utente che gli faceva notare come Magneto fosse «mooooolto più figo di Soros». «Giusta osservazione», ha twittato in risposta Musk. Che ha poi chiuso la questione con l’eleganza che lo contraddistingue: «Vorrei scusarmi per questo post. È stato molto scorretto nei confronti di Magneto».