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Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.
Il video dell’omicidio di una ragazza ucraina a Charlotte, North Carolina, è diventato un’arma di propaganda di tutta la destra mondiale A partire, ovviamente, dal movimento Maga nel Stati Uniti, da Donald Trump in persona, fino all'Italia, a Matteo Salvini.
Le proteste di Bloquons tout in Francia sarebbero partite tutte da un post in un gruppo Telegram Un post neanche tanto recente: è apparso su Telegram a maggio ma è diventato virale negli ultimi giorni, subito prima e subito dopo le dimissioni di Bayrou.
C’è un nuovo uomo più ricco del mondo che ha superato Elon Musk grazie all’AI Si chiama Larry Ellison e ha scavalcato l'allievo-rivale grazie alla crescita record della sua Oracle, dovuta agli investimenti nell'intelligenza artificiale.

Diversi musei stanno “ribattezzando” come ucraine opere finora considerate russe

20 Marzo 2023

Nelle ultime settimana, diversi musei americani e inglesi hanno deciso di “ribattezzare” alcune opere ospitate nelle loro gallerie. Tra gli esempi più recenti c’è il Metropolitan Museum of Art di New York, che ha deciso di cambiare il titolo dell’opera “Danzatrici russe” di Edgar Degas in “Danzatrici con abiti ucraini”. La stessa cosa ha fatto la National Gallery di Londra, sempre con una delle opere di Degas appartenenti a questa serie: in questo caso, il nuovo titolo scelto è stato “Danzatrici ucraine”. E ancora: il J. Paul Getty Museum di Los Angeles ha indetto un referendum sul suo sito per dirimere la questione, e anche in questo si è deciso che le danzatrici di Degas non sono russe ma ucraine.

Queste decisioni sono la conseguenza di un movimento d’opinione che è cresciuto e si è rafforzato molto nel corso dell’ultimo anno, a partire dal 24 febbraio 2022, giorno in cui la Federazione russa ha invaso l’Ucraina. Un movimento d’opinione che coinvolge musei di tutto il mondo e che sta portando a una profonda “revisione” del contribuito ucraino a quella che fino a questo momento è stata considerata cultura russa: artisti e opere finora etichettate come provenienti dalla Russia zarista o da quella sovietica vengono ora raccontati e riconosciuti come parte del patrimonio storico-culturale ucraino. Un processo che, però, si sta rivelando più complicato del previsto: d’altronde, essere nati in un luogo non significa necessariamente appartenere a quel luogo. «Attribuire una nazionalità a un’artista, soprattutto nei casi in cui questa attribuzione venga fatta a posteriori, è un’operazione delicata», ha spiegato al New York Times Glenn D. Lowry, direttore del Museum of Modern Art di New York. «Facciamo ricerche rigorosissime e scriviamo le biografie dell’artista facendo attenzione alla nazionalità che a lui/lei era attribuita al momento della morte e della nascita, a eventuali viaggi per emigrare e ai mutamenti dello scenario geopolitico dell’epoca».

Un esempio della ricerca che viene svolta prima di procedere con il cambiamento del titolo di un’opera o della nazionalità di un/una artista è proprio quello del Met e delle “Danzatrici russe” di Degas. L’opera veniva descritta come «donne in abiti tradizionali russi» in una pagina del diario dell’artista datata 1899. Ma il dubbio sulla correttezza della descrizione ha portato diversi studiosi ad analizzare approfonditamente l’opera e ha stabilire con certezza che quelli dipinti da Degas fossero vestiti folkloristici ucraini. Che le danzatrici fossero ucraini e non russe, invece, non c’è stato modo di verificarlo: da qui la decisione di ribattezzare l’opera “Danzatrici con abiti ucraini”.

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