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Una cosa di Ennio Morricone che forse non avete mai ascoltato

Si è spento a 92 anni Ennio Morricone, uno dei compositori italiani più celebri al mondo, conosciuto in particolar modo per aver creato alcune delle colonne sonore più famose della storia del cinema italiano, da quelle dei film di Sergio Leone a Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. Com’è facile intuire, però, nella sua lunga carriera Morricone ha fatto anche molto altro: non solo ha arrangiato brani iconici della nostra musica leggera come “Se Telefonando” di Mina o “Sapore di Sale” di Gino Paoli, ma ha anche fatto parte di uno dei più interessanti gruppi di improvvisazione musicale italiani, il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, conosciuto anche con l’acronimo GINC o, in alcune ristampe americane, come Il Gruppo o The Group.

Formatosi a Roma nel 1964 per volere di Franco Evangelisti, compositore attivo nell’ambito dell’avanguardia sperimentale, il Gruppo è stato uno dei primi collettivi europei, insieme ai britannici AMM, a lavorare sul concetto di improvvisazione libera: le loro performance, infatti, riempivano i “buchi” nei cartelloni dei festival o animavano manifestazioni organizzate appositamente. Dietro al Gruppo si celavano Bruno Battisti D’Amario, Mario Bertoncini, Walter Branchi, John Heineman, Egisto Macchi, Renzo Restuccia ed Ennio Morricone, che ci arrivò due anni dopo, nel 1966, dopo l’uscita dei membri originari John Eaton e William O. Smith. Come suggerito dalla pagina Facebook Classical Hooligans, per scoprire (o riscoprire) questo lato inedito del compositore italiano potreste riascoltare l’album Musica su schemi del 1976, mentre se volete saperne di più del Gruppo potreste leggere Superonda. Storia segreta della musica italiana (Baldini & Castoldi, 2016) di Valerio Mattioli.