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Secondo Pitchfork l’ultimo album di Miley Cyrus è un fallimento

A volte, nella musica, e nel pop in modo particolare, la melodia, l’esecuzione, la novità rappresentata dai brani passano in secondo piano rispetto al musicista, al suo modo di vestire e di comportarsi in pubblico, allo stile di vita che rappresenta ai milioni di fan che ascoltano le sue canzoni e guardano i suoi videoclip. Miley Cyrus è un esempio perfetto di personaggio che alcuni conoscono indipendentemente dalle canzoni che ha fatto. E con l’ultimo album, ancora una volta, Miley è riuscita a far parlare di sé e soprattutto di sé, dato che le recensioni si concentrano innanzitutto sull’ultima trasformazione dell’ex star Disney, ex diva “rassicurante” che reinterpretava Dolly Parton, ex “classica tipa che i tuoi genitori non ti farebbero frequentare”. L’articolo di Pitchfork rientra in questa tendenza. La critica fondamentale che l’autore muove alla popstar è di essersi trasformata, ancora una volta, in qualcosa che potrebbe subire una (ennesima) trasformazione migliore.

L’album si chiama Younger Now e vorrebbe essere una dichiarazione di chi è, adesso, Miley Cyrus. Una ragazza che invecchiando si sente più giovane e non si vergogna del passato. Tuttavia Pitchfork, che regala al disco un magro 4,7 su dieci, osserva come il sound «mescoli pop rock e country banale in modo così controllato e così debolmente prodotto, che l’adorabile e goffa personalità di Miley viene azzoppata durante il processo di registrazione». In linea di massima non mancano elementi positivi: “I Would Die for You” e “Miss You So Much”, ad esempio, riescono a valorizzare la voce della musicista. Tutto il resto però non è abbastanza da consentire alla nuova Miley di prendere le distanze dalla vecchia Miley, quella che durante le sue esibizioni simulava ogni genere di atto sessuale e cavalcava un hot dog gigante.

«Come molti di noi all’età di 25 anni, l’immaginazione di Miley è stimolata dalla cultura pop», scrive Pitchfork, ma le sue canzoni sembrano contenere elementi selezionati con cura senza comprendere l’originalità del contesto originale. «La ricerca di una donna per il controllo completo della propria arte», conclude quindi l’articolo, «dovrebbe andare oltre Younger Now, perché non c’è molto di interessante da trovare qui». Come dire, una Miley migliore sarebbe una Miley diversa, ancora una volta. 

 

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