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È morto a 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani Con i suoi scatti in bianco e nero ha raccontato l’Italia nel pieno dei suoi cambiamenti: dal boom industriale alle grandi navi a Venezia.
Instagram si è “ispirato” di nuovo a TikTok e ha introdotto la funzione repost Tra le nuove funzioni introdotte dall’ultimo aggiornamento ce n’è una che lo farà somigliare ancora di più al social rivale.
La rapper Lil Tay ha aperto OnlyFans appena compiuti i 18 anni e ha raccolto 1 milione di dollari in 3 ore Il suo è il nuovo record per quanto riguarda la velocità dei guadagni e batte quelli precedenti di Bhad Bhabie e Bella Thorne.
Al concerto delle Blackpink a Milano c’era anche Giorgia Meloni Dopo aver dato l’ultimo via libera al ponte sullo Stretto, la premier ha accompagnato la figlia all’attesissimo concerto della band coreana.
Il vero re dell’estate cinematografica potrebbe non essere Pedro Pascal Tre film in contemporanea nelle sale statunitensi è l’impressionante risultato raggiunto da Pascal…e da un inaspettato rivale.
È in corso un torneo di scacchi tra AI per stabilire qual è la più intelligente Gemini, DeepSeek e ChatGPT si stanno sfidando in un torneo commentato in diretta da grandi campioni “umani” del gioco.
James Cameron ha detto che il suo film su Hiroshima sarà il più difficile mai realizzato Il regista di Titanic e Avatar ha spiegato che sarà una sfida tecnica ma anche umana e che potrebbe anche «non essere all'altezza del compito».
Un zoo danese cerca animali domestici indesiderati per sfamare i suoi predatori Piccoli animali da cortile e cavalli potranno essere donati per ricreare la catena alimentare naturale di tigri, leoni e linci in cattività.

In Siberia c’è una stazione della metropolitana senza la metropolitana

19 Dicembre 2019

Ad Omsk, in Siberia, c’è una stazione dove sarebbe dovuta passare la metropolitana, peccato non sia mai entrata in funzione. I residenti della gelida città, infatti, hanno aspettato invano per quarant’anni che venisse completato il sistema di trasporto metropolitano, ma la gestazione del progetto è stata piena di intoppi e si è definitivamente arenato nel 2019. La storia di questa metro fantasma, raccontata da Atlas Obscura, è iniziata formalmente nel 1979, quando Omsk arrivò a toccare il milione di abitanti, qualificandosi così per i fondi necessari alla costruzione di una linea metropolitana. Dopo qualche anno iniziarono i primi lavori e ben presto l’ingegnere responsabile del progetto, Vladimir Ryzhov, fece presente che la città «era a corto di ponti e passaggi ferroviari», una situazione resa ancora più difficile dal ghiaccio e dai cumoli di neve. Ryzhov aveva previsto che i lavori sarebbero iniziati da lì a cinque anni, «ma non aveva messo in conto la crisi culturale del regime comunista, che portò a drastiche riforme economiche ed, eventualmente, al crollo dell’Unione Sovietica». 

Così la metropolitana di Omsk, da molti considerata un sogno destinato a non avverarsi mai, è diventato uno dei tanti simboli delle difficoltà che la regione siberiana si è trovata storicamente ad affrontare, sia dal punto di vista climatico sia da quello dei rapporti con Mosca. La sua costruzione iniziò solo nel 1992, quando la dissoluzione dell’Urss aveva creato un nuovo scenario socio-economico in cui le province dovevano rendersi sempre più autonome dal governo centrale. Quando però la Sibneft, una delle più grandi compagnie petrolchimiche russe, decise di trasferirsi da Omsk a San Pietroburgo nel 2006, la regione si ritrovò con circa 219 milioni di dollari di tasse in meno all’anno. Nonostante ciò i lavori andarono avanti e nel 2011, finalmente, fu inaugurata la stazione di Pushkin Library. Il governatore Leonid Polezhaev assicurò che in tre anni sarebbe stata in funzione. Nel frattempo i cittadini avevano iniziato ad appropriarsi della stazione fantasma – facendola diventare un simbolo della città grazie a interventi artistici ed eventi – ma della metro nemmeno l’ombra. Finché, quest’anno, le autorità locali non hanno annunciato il rinvio del progetto a data da destinarsi; alcuni tunnel saranno infatti riempiti di sabbia e cemento per preservarli. «Non basterebbe la mia vita intera per costruire tutto. Avremmo dovuto costruire quattro stazioni entro il 2016», ha dichiarato sconsolato il governatore Polezhaev dopo il suo ritiro. «Non ce l’ho fatta, e mi dispiace».

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