Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
L’app cinese per i selfie che vale 3 miliardi di dollari

Fondata nel 2008, Meitu è l’app che, ogni mese, permette a circa 270 milioni di utenti attivi in Cina di modificare i propri selfie – dimagrire il viso, schiarire la carnagione, allungare le gambe – prima di postarli online. Come riporta Bloomberg, alcune fonti molto vicine all’azienda hanno stimato un primo giro di finanziamenti attorno all’app che ammonterebbero a 3 miliardi di dollari. Così posizionata, Meitu finisce dritta fra le dieci più grandi startup private cinesi e si prepara molto probabilmente a debuttare alla borsa di Hong Kong, sebbene la compagnia non abbia ancora rilasciato nessuna dichiarazione ufficiale.
Ad oggi, è stata scaricata su oltre 900 milioni di dispositivi mobile ed è perennemente in cima nel ranking delle app di Apple store. Il prossimo step è quello di espandersi anche nel Sud Est Asiatico e in India. Gran parte del suo successo è legata all’ossessione (globale ma cinese in particolare) per l’essere piacenti tipica dell’era dei social media, che Bloomberg collega anche all’impennata di interventi al botox cui le donne cinesi fra i venti e i trent’anni si sottopongono sempre più frequentemente. È interessante che la notizia esca a qualche giorno di distanza dalla campagna di sensibilizzazione sulla stigmatizzazione sociale che subiscono in Cina le cosiddette “leftover women”, ovvero le donne nubili che hanno superato la trentina e vengono perciò guardate con disprezzo.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.